Dopo 27 anni di assenza torna al Teatro alla Scala di Milano Die Meistersinger Von Nürnberg

Dopo 27 anni di assenza torna al Teatro alla Scala di Milano Die Meistersinger Von Nürnberg
Dopo 27 anni di assenza torna al Teatro alla Scala di Milano Die Meistersinger Von Nürnberg

Ci sono voluti 27 anni, dalle recite del febbraio-marzo del 1990 dirette da Wolfgang Sawallish con un cast straordinario comprendente: Bernd Weikl, Manfred Shenk, Hermann Prey e Lucia Popp, per riascoltare presso il teatro Piermarini le note del capolavoro di Richard Wagner.

Già dalla splendida sinfonia, una delle pagine musicali più belle che siano mai state composte, si è capito che Daniele Gatti si trovava in uno stato di grazia, riuscendo a dare tutti i colori contenuti nella partitura. Seguito ottimamente dall’orchestra scaligera cha ha dato qui una delle sue prove più alte, è riuscito a rendere perfettamente la musica di un Wagner che in quest’opera si dimostra meno solenne del solito, più casalingo e, specialmente nel secondo atto, vivace.

Ottima prova ha dato anche il coro, ottimamente preparato da Bruno Casoni, che oltre alla parte musicale è stato molto partecipe scenicamente, soprattutto nella scena finale del II atto: quella della famosa rissa notturna.

Michael Kupfer-Radecky, che per l’ultima recita ha sostituito Michael Volle, ha dato corpo a tutte le contraddizioni che animano Hans Sachs, motore della vicenda, in conflitto fra l’amore che prova per la giovane Eva, l’ammirazione per Walther e l’antipatia per Beckmesser. Vocalmente è parso molto centrato nel personaggio anche se nel finale ha accusato una certa stanchezza, naturale visto lo sforzo canoro a cui il personaggio è costretto nel III atto.

Una sicurezza si è dimostrato, come sempre, Albert Dohmen nel ruolo di Veit Pogner. La sua voce sembra non sentire il passare del tempo, mantenendo sempre quella sonorità e limpidezza nonché potenza che lo hanno reso uno dei cantanti wagneriani di riferimento degli ultimi 20 anni.

Dopo 27 anni di assenza torna al Teatro alla Scala di Milano Die Meistersinger Von Nürnberg
Dopo 27 anni di assenza torna al Teatro alla Scala di Milano Die Meistersinger Von Nürnberg

Nel ruolo di Sixtus Beckmesser, Markus Werba rendendo il personaggio dello scrivano simpatico e divertente, è riuscito ad accattivarsi il pubblico che quasi parteggiava per lui.

Cosa non difficile visto che nel ruolo di Walther von Stolzing è stato scritturato il pessimo tenore Erin Caves di cui è meglio evitare di parlare. Migliore si è dimostrata Jacquelyn Wagner, nel ruolo di Eva anche se la voce non è parsa adatta ad un ruolo wagneriano.

Sicuramente meglio l’altra coppia, quella composta da Anna Lapkovskaja e Peter Sonn rispettivamente Magdalene e David, ottimi sia vocalmente che scenicamente.

Molto ben assortiti si è dimostrato il gruppo degli apprendisti tutti allievi dell’Accademia del teatro alla Scala e di altre prestigiose accademie: Mozarteum di Salisburgo e Hochschule der Künste di Zurigo.

La regia firmata Harry Kupfer per l’Opernhaus di Zurigo e qui ripresa da Derek Gimpel si è dimostrata senza infamia né lode, se non fosse per la drammatica caduta di stile della ridicola parata carnascialesca a metà del III atto. La scena firmata Hans Schavernoch era incentrata attorno alla ricostruzione cattedrale di Norimberga, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, col solo problema che, tutto attorno, la città veniva ricostruita (alla fine del terzo atto si scorgono anche dei grattacieli) mentre il luogo sacro restava sempre un cantiere di macerie. A questa confusione si è unita anche quella dei costumi firmati da Yan Tax che contemporaneamente mostrava dei personaggi vestiti secondo epoche diverse dagli anni ‘40 fino ai giorni nostri passando per gli anni ’80.

Alla fine applausi per tutti, soprattutto per Daniele Gatti che ha ricevuto un meritatissimo trionfo personale.

Domenico Gatto