A Pisa di Scena Die Zauberflöte Wolfgang Amadeus Mozart

A Pisa di Scena Die Zauberflöte Wolfgang Amadeus Mozart
A Pisa di Scena Die Zauberflöte Wolfgang Amadeus Mozart

Che cosa può avvenire nell’esecuzione di un’opera quando il direttore scende dal letto col piede sbagliato? Se l’opera in questione è Die Zauberflöte di W. A. Mozart lo si è visto sabato 14 nel teatro di Pisa.

Il Maestro Dejan Savić, ha offerto una prova che più che scialba è parsa stramba, senza alcuna coerenza nei tempi, e perdendosi spesso negli attacchi dei cantanti, generando una direzione ibrida, spesso incomprensibile. Con una direzione di tal genere il risultato può anche essere sorprendente proprio laddove potrebbe portare alla catastrofe.

Avviene quindi nonostante l’inesorabile lentezza con cui sono state eseguite le due arie, lentezza che avrebbe potuto far crollare molte artiste, Sarah Baratta, nel ruolo della Regina della Notte, è uscita vincitrice alla grande nella sfida. Palesando una tecnica eccellente è riuscita a dominare i tempi pachidermici facendo emergere una padronanza vocale ineccepibile. In “Der Hölle Rache” ha affrontato con apparente facilità le famigerate puntature nel registro sovracuto e la sua bravura è stata tale da portare a conclusione in modo egregio la progressione melodica, messa a conclusione dell’aria. In “O zittre nicht” ha colpito invece per la capacità espressiva che le ha fatto rendere evidenti i due volti di questa donna bipolare. Una vera artista completa.

Di contro il suo opposto, Sarastro, interpretato dal basso Manrico Signorini è stato veramente imbarazzante, tanto da far pensare che i tempi velocissimi con cui sono state scandite le sue arie siano stati dettati per farlo cantare il meno possibile.

Mentre la direzione ha letteralmente distrutto le tre dame che nonostante la bella prestazione di Roxana Herrera Diaz, Sara Paone e Carlotta Vichi, si sono perse alla ricerca di attacchi che o non arrivavano mai o giungevano troppo presto.

Nel trio dei protagonisti è emersa su tutti la Pamina di Yukiko Aragaki, soprano lirico dotata di voce morbida e piena che ha toccato l’apice nei momenti di sofferenza, creando vero patos e dando vita ai sentimenti della triste ma intrepida principessa protagonista di questa favola. Da brividi la sua “Ach, ich fühl’s”. Struggente è stato il quartetto coi tre geni (le brave Chiara Delfino, Francesca Spiller, Agnese Casarosa, elementi del Coro Voci Bianche della Fondazione Teatro Goldoni) sicuramente il momento più intenso della serata. Straordinaria nel finale, nel superamento delle prove.

A Pisa di Scena Die Zauberflöte Wolfgang Amadeus Mozart
A Pisa di Scena Die Zauberflöte Wolfgang Amadeus Mozart

Accanto a lei Blagoj Nacoski e William Hernandez rispettivamente Tamino e Papageno, nonostante abbiano cantato in modo corretto e senza sbavature non sono riusciti a rendere vivi i loro personaggi.

Ben in parte, soprattutto per l’imponenza fisica Antonio Pannunzio nel ruolo di Monostatos, mentre Silvia Lee è stata una simpatica Papagena. Eugenio Di Lieto, nel triplo ruolo dell’Oratore degli Iniziati, del Primo Sacerdote e del Secondo armigero e Giuseppe Raimondo nel doppio ruolo del Secondo Sacerdote, e del Primo armigero hanno completato il cast.

Classica ed ispirata ad un generico mondo antico la messa in scena realizzata da Lindsay Kemp.

Per concludere voglio fare gli auguri a Stefano Vizioli, professionista serio e competente che ha visto premiati anni di lavoro essendo stato nominato da gennaio direttore artistico di codesto teatro.

Domenico Gatto