Resoconto del Bartok Plusz Opera Festival di Miskolc in Ungheria

Bartok Plusz Opera Festival di Miskolc in Ungheria
Bartok Plusz Opera Festival di Miskolc in Ungheria

Il Bartok Plusz Opera Festival si svolge a Miskolc, terza città d’Ungheria per numero di abitanti, posta nella zona nord orientale, quasi al confine con la Slovacchia e che ha il grande merito di essere la zona di produzione del famoso vino Tocaji.

Giunto alla sedicesima edizione, il Festival, dichiara il direttore artistico Gergely Kesselyák, ha come centro vitale far conoscere la produzione operistica contemporanea “popolare” al grande pubblico. Qui sono bandite le opere “concettuali” destinate solo a specialisti ed esteti e che, per la loro stessa natura, non potranno mai diventare popolari. Allo stesso tempo, ci si rifiuta di cedere al Musical il testimone della popolarità che l’opera, comunque genere colto, ha avuto e deve continuare ad avere.

Ambizione non da poco quella di Gergely Kesselyák, che ha individuato quattro filoni intorno a cui ruota questo festival.

Il primo è quello di indire ogni anno un concorso, aperto ai compositori di tutto il mondo, per la realizzazione di una nuova opera che deve però essere pensata specificatamente per un pubblico vasto e quindi offrire melodie riconoscibili e una trama comprensibile. Il vincitore di questo concorso vedrà rappresentata la sua opera nel contesto del Festival.

Il secondo punto è quello di proporre ogni anno un’opera del ‘900, già eseguita e dunque non in prima assoluta, ma ai requisiti di cui sopra. Lo scorso anno infatti è andata in scena Napoli Milionaria di Nino Rota, diretta da Matteo Beltrami, mentre quest’anno è stata la volta di Věc Makropulos di Leoš Janáček, nella produzione dell’ Helikon Opera di Mosca.

Terzo punto fermo è quello di portare il festival per strada, infatti attorno agli eventi più importanti, si svolgono degli eventi collaterali per attirare l’attenzione della gente comune. Ad esempio concerti lirici e di danza realizzati nell’isola pedonale di fronte al teatro prima dell’inizio delle manifestazioni ufficiali.

Il quarto è ultimo punto è quello di mettere in scena ogni anno due composizioni di Bartok, massimo compositore ungherese a cui il festival è dedicato.

Oltre a questo non mancano anche gli eventi destinati a chiamare un pubblico maggiore, infatti nelle ultime due giornate del festival sono stati previsti due spettacoli con due titoli che fanno parte del grande circuito operistico mondiale: Carmen di Georges Bizet, che per il suo grande richiamo è messa in scena in un’arena all’aperto e, a conclusione del festival, il capolavoro di Richard Stauss Ariadne auf Naxos.

Programma ghiotto e coraggioso quello del festival, anche per l’entusiasmo che ci mettono tutti quelli che partecipano al progetto, iniziando dallo stesso Kesselyák, la cui vitalità è contagiosa e alletta a tornare negli anni a venire per vedere come procederà questa avventura.

Bianka Szauer
Bianka Szauer

L’inaugurazione del festival edizione 2016 è stata affidata alla voce di uno dei soprani che si stanno affermando nel panorama mondiale: Szonja Joncseva, che ha aperto il festival con un concerto di arie di Massenet e Puccini, il soprano bulgaro ha mostrato tutto il fascino e l’eleganza della sua voce che la sta portando ad esibirsi nei palcoscenici più importanti, accanto a lei ha debuttato anche il fratello Marin Yonchev, giovane tenore dal promettente futuro. Vera sorpresa della serata è stata Bianka Szauer, talentuosa arpista di soli 11 anni, che nonostante la sua piccola figura, ha suonato in modo meraviglioso l’arpa sia da sola, ma soprattutto assieme all’Orchestra Sinfonica Ungherese di Miskolc diretta dal giovane direttore Alexander Prior, La Passacaglia di Händel ed un concerto di Vivaldi. Alla fine del concerto, concluso col bis del tenore, prodottosi nella difficile aria della Favorita “Spirto gentil” e l’inevitabile brindisi di La Traviata a cui ha partecipato pure la sorella, il pubblico ha tributato a tutti un’accoglienza trionfale scandita da battimani ritmati.

il Mandarino Meraviglioso
il Mandarino Meraviglioso

Il giorno dopo nel Palazzo del ghiaccio ha avuto luogo la “maratona Bartok”, un evento in cui sono stati abbinati i balletti La leggenda del principe di legno ed Il Mandarino Meraviglioso, assieme all’opera in un atto Il castello del principe Barbablù. A dirigere il tutto, con uno sforzo notevole visto che si trattava di 5 ore di musica, è stata chiamata la giovane direttrice ucraina Oksana Lyniv, già assistente musicale di Kirill Petrenko presso la Bayerische Staatsoper di Monaco, la quale debutterà in breve al Gran teatro del Liceu di Barcelona dirigendo Der fliegende Holländer di Richard Wagner. La Lyniv è stata semplicemente straordinaria nel dirigere in modo egregio l’ottima Orchestra Filarmonica della Pannonia (nome dell’antica provincia romana di cui faceva parte l’Ungheria) riuscendo a dare pure gli attacchi ai cantanti che le cantavano alle spalle, su una passerella dove si svolgeva la scena.

Ildikó Komlósi - il Castello del principè  Barbablù
Ildikó Komlósi – il Castello del principè Barbablù

“Donna e uomo, sono alla ricerca di un l’altro dalla prima infanzia fino alla morte. A volte il mondo passa fra di loro, altre volte si voltano le spalle a vicenda. Nelle loro anime, nella realtà (e sul palco) vagano nelle foreste, sono accesi degli incendi, si chiudono delle porte, collassano degli iceberg. Bartók racconta che solo l’amore ci può dare la salvezza in questo mondo. Ma egli pensava che fosse possibile trovare l’altro? Noi crediamo che la donna e l’uomo possano essere dei veri compagni?”

Questo era il tema della serata, scritto sul programma di sala. Grazie alle coreografie realizzate da Attila Kozma, questo concetto è stato reso visibile, soprattutto è stato molto suggestivo e coinvolgente il balletto Il Mandarino Meraviglioso realizzato dal locale corpo di ballo, di altissimo livello.

Oksana Lyniv
Oksana Lyniv

Ne Il castello del principe Barbablu si è esibita un’autentica gloria locale, molto nota anche al pubblico italiano: Ildikó Komlósi. Il mezzosoprano ha dato vita al triste personaggio di Judit con grande intensità, accanto a lei il giovane baritono Szabó Bálint, dal timbro e dalla figura seducenti, ha interpretato il ruolo del terribile principe. La Komlósi, che presto sentiremo nella parte di Amneris all’Arena di Verona, è parsa interprete ideale, sebbene l’inevitabile amplificazione e l’ambiente del Palazzo del ghiaccio, che può andar bene per i balletti, non si prestasse alla messa in scena di un’opera.

Sonya Yoncheva - Alexander Prior
Sonya Yoncheva – Alexander Prior

L’ultimo giorno di permanenza a Miskolc, si è potuto assistere a dei balletti all’aperto, nell’isola pedonale che sta accanto al teatro. Quindi nello splendido Gran Teatro Nazionale di Miskolc, elegante edificio asburgico di fine ‘800, è stata la volta della rappresentazione di Věc Makropulos di Leoš Janáček, arrivato in trasferta dall’Helikon Opera di Mosca, realtà che si conferma una garanzia per produzioni che coniugano un alto livello qualitativo a costi relativamente bassi, di cui ne parlerò diffusamente nella recensione.

Con l’assistere a questa che fu la penultima opera composta dal compositore ceco, termina la mia permanenza al Bartok Plusz Opera Festival. Il giorno dopo il rientro in Italia, ringraziando l’organizzazione per la splendida ospitalità e dando un arrivederci a Miskolc per il prossimo anno.

Domenico Gatto