Col Falstaff di Giuseppe Verdi si celebra la chiusura dell’EXPO a Milano

Col Falstaff di Giuseppe Verdi si celebra la chiusura dell’EXPO a Milano
Col Falstaff di Giuseppe Verdi si celebra la chiusura dell’EXPO a Milano

Grande successo nell’ultima replica del Falstaff di Giuseppe Verdi, nella ripresa della coproduzione col Covent Garden di Londra, col Metropolitan di New York , Canadian Opera Company di Toronto e colla Dutch National Opera di Amsterdam, che era già andata in scena al Teatro alla Scala nel 2013.

Danele Gatti ha diretto in modo egregio l’orchestra, riuscendo a trasmettere tutti sentimenti che si trovano all’interno della partitura, l’ironia, il dolore e la brillantezza. Soprattutto preciso e brioso è apparso nei tanti concertati che vi sono all’interno dell’Opera. ottima la prova dell’orchestra scaligera ed anche del coro preparato in modo egregio da Bruno Casoni.

Eccellente nel ruolo del titolo Nicola Alaimo, che oltre a possedere “le physique du role”, ha sfoggiato una voce capace di offrire tutte le sfumature del personaggio. Ottima anche la dizione in ruolo complicato in cui risulta spesso difficile snocciolare la quantità di parole che Boito gli ha messo in bocca. Sicuramente Alaimo con questa prova si conferma tra i migliori Falstaff oggi su piazza.

Accanto a lui Massimo Cavalletti ha interpretato un Ford non meno centrato. Dotato di una voce potente, dal timbro assai bello, che riesce a modulare in modo convincente. La sua prova è parsa di altissima qualità anche a livello scenico.

 Eva Mei, dà vita ad una Alice molto elegante, scenicamente frizzante e divertente, pur con una voce sostanzialmente leggera da soprano di coloratura.

Perfettamente suo agio nella parte della comare Quickly il mezzosoprano Marie-Nicole Lemieux. Personaggio che ha reso in modo spiritoso e scanzonato, senza però mai scadere in volgarità ed uscire dai limiti imposti dal buon gusto.

Col Falstaff di Giuseppe Verdi si celebra la chiusura dell’EXPO a Milano
Col Falstaff di Giuseppe Verdi si celebra la chiusura dell’EXPO a Milano

Eva Liebau nella parte di Nannetta è passata senza infamia ne lode, non che abbia cantato male, ma sembrata scolastica, quasi dovesse portare a termine il compito assegnatole. 

Impeccabile Francesco Demuro nel ruolo di Fenton, parte che conosce alla perfezione e dove ha spiccato per eleganza e musicalità. Briosa ed ottima nella linea di canto Laura Polverelli, divertente Meg.

Scenicamente scatenati e vocalmente centrati il tenore Carlo Bosi, Cajus, il basso Giovanni Battista Parodi, Pistola ed il tenore Patrizio Saudelli, Bardolfo.

Molto divertente la messa in scena creata da Robert Carsen nel gennaio 2013 ed ora ripresa, che ambienta l’azione nella Londra del anni ’50. Molto efficaci le scene realizzate da Paul Steinberg, divertentissima la scena del secondo atto ambientata in una cucina stile “film americano”, come molto suggestiva e l’apertura del terzo atto, con Falstaff sdraiato su un pagliericcio in una stalla accanto al cavallo. Bellissimi i costumi realizzati da Brigitte Reiffenstuel.

Carsen, nonostante l’ambientazione moderna, dimostra di riuscire a cogliere tutta l’essenzialità dell’opera, senza stravolgerne la drammaturgia, cosa questa apprezzatissima dal pubblico che ha tributato grandissime ovazioni a tutti.

Teatro gremito, grazie all’operazione ScalAperta, serate speciali fuori abbonamenti in cui i biglietti vengono venduti la metà del prezzo. Iniziativa lodevole che dovrebbe essere ripetuta con più frequenza, visto i tantissimi posti vuoti in teatro durante le recite a prezzo intero.

Domenico Gatto

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