Napoli
Teatro San Carlo
21/04/2013
Musica e Libretto di Richard Wagner
Der Fliegende Hollander, l’unico titolo wagneriano in programma nell’anno del bicentenario della nascita del grande compositore, è andato in scena al teatro San Carlo con lo splendido allestimento che Yannis Kokkos realizzò per il Comunale di Bologna e che è stato ripreso da Stephan Groegler e Gianni Marras per adattarlo al teatro partenopeo. La messa in scena presenta un carattere tridimensionale grazie ad un gioco di specchi permettono di vedere i movimenti sia frontalmente sia dall’alto, e che grazie alle splendide luci curate da Guido Levi (qui riprese da Daniele Nardi) ha creato un effetto suggestivo che ha avuto grande impatto tra i pubblico.
L’orchestra diretta da Stefan Anton Reck, uno dei più promettenti direttori del panorama internazionale, non è apparsa al meglio, dimostrando le lacune solite che le orchestre italiane dimostrano quando si devono cimentare con le partiture wagneriane: poca coesione fra le varie sezioni e difficoltà nel riuscire a rendere al meglio i vari colori che il maestro concertatore ha cercato di dare. Va comunque sottolineato che, rispetto ad altre compagini italiane, quella Sancarliana è riuscita a portare a termine il compito in modo dignitoso, dimostrando che se ci fosse più abitudine a suonare partiture di questo tipo i risultati potrebbero essere eccellenti.
Meglio è andato il coro, preparato da Salvatore Caputo. Sono riusciti bene sia la sezione maschile nella prima scena che quella femminile nella seconda, riuscendo a dare il meglio di sé nella terza scena nella quale è protagonista assoluto.
Perno dell’opera e grande trionfatrice della serata è stata Elisabete Matos, il ruolo di Senta, che la stessa aveva già interpretato al San Carlo dieci anni fa, è perfetto per la sua voce. Il soprano portoghese riesce a rendere a pieno tutti i tratti di questo personaggio borderline, che potrebbe essere benissimo un soggetto per un trattato psichiatrico. L’interpretazione della sua ballata è da manuale: è riuscita in modo naturalissimo a passare dalle parti potenti ai pianissimo ed ha fatto entrare il pubblico con lei in quell’atmosfera di folle attesa che caratterizza il personaggio.
Peccato che accanto ad una tale protagonista femminile, il protagonista maschile sia risultato esattamente il contrario. Juha Uusitalo, cantante dal glorioso passato wagneriano, ha mostrato una voce che dire stanca è poco. L’unica cosa che si possa dire di buono è che ha avuto una buona presenza scenica, in un ruolo che ha cantato innumerevoli volte, sicuramente migliori di questa.
Migliore il Daland di Stanislav Shvets, una buona interpretazione senza nulla di eccelso ma neanche nulla di negativo.
Ottimo invece l’Erik di Will Hartmann. Bella voce tenorile molto controllata e mai urlata e bella presenza scenica, tanto che il duetto della seconda scena con la Matos è stato probabilmente la cosa migliore di tutta la serata.
Buone le prove di Elena Zilio nel ruolo di Mary e di Enzo Peroni in quello del timoniere.
Nel complesso comunque una bella messa in scena, molto gradita dal pubblico che alla fina ha tributato un’autentica ovazione alla Matos e qualche contestazione ad Uusitalo.
Direttore: Stefan Anton Reck
Regia, Scene e Costumi: Jannis Kokkos
ripresa da: Stephan Groegler e Gianni Marras
Luci: Guido Levi
riprese da: Daniele Naldi
Regia Video: Eric Duranteau
Maestro del Coro: Salvatore Caputo
Produzione Fondazione Comunale di Bologna
Der Holländer : Juha Uusitalo
Daland: Stanislav Shvets
Erik: Will Hartmann
Senta: Elisabete Matos
Mary: Elena Zilio
Steuermann: Enzo Peroni
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
