Crítica de Il matrimonio segreto de Cimarosa. Torino

14/marzo/2013Matrimonio segreto1.Cimarosa.Torino

Teatro Regio

Melodramma giocoso in due atti

Libretto di Giovanni Bertati

dalla commedia The Clandestine Marriage

di George Colman senior e David Garrick

Musica di Domenico Cimarosa

 

Grande successo al Teatro Regio di Torino per la prima del Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa. L’opera che alla sua apparizione incantò l’imperatore asburgico Leopoldo II, viene proposta dal teatro torinese nell’apprezzato allestimento di Michael Hampe del 2002.

Il matrimonio segreto è quello tra Paolino, un giovane di negozio, e Carolina, la figlia del padrone.
Geronimo, il ricco mercante bolognese, padre sia di Carolina che di Elisetta, non ha altra brama che quella di acquisire un titolo nobiliare. Allora cerca di combinare un matrimonio «nobile» tra la primogenita Elisetta e il Conte Robinson, grazie soprattutto alla mediazione di Paolino. Quest’ultimo cerca di sfruttare a proprio vantaggio la conclusione del matrimonio (che sarà definitiva quando il Conte si presenterà in casa del mercante per firmare il relativo contratto) per rendere maggiormente digeribile al padrone la notizia del suo matrimonio segreto con Carolina. Ma colpo di scena vuole che, al suo arrivo, il Conte rimanga perdutamente affascinato da Carolina e che sia pronto a rinunciare a metà della dote promessagli pur di poter coronare con lei il suo sogno d’amore. Come se non bastasse, a complicare la già intricata vicenda vi è Fidalma, sorella di Geronimo e vedova rimasta ricca per testamento del suo primo marito, la quale ha messo gli occhi su Paolino ed è intenzionata a sposarsi con lui. Dopo una serie di malintesi, di strepiti, di accordi, di ripensamenti, di gelosie e di tentativi di fuga, tutti i nodi vengono al pettine: alla fine dell’opera il segreto viene rivelato; tutti gli astanti rimangono senza parole e solo dopo una manifestazione d’ira di Geronimo arriva il desiderato perdono e la lieta conclusione della vicenda.

Scena classica quella curata da Jean Schlubach, ambiente unico in cui si sviluppa la vicenda del vecchio signor Geronimo e delle sue figlie Caroline e Elisetta. Classici anche i costumi curati da Martin Rupprecht.

La regia di Michael Hampe qui ripresa da Vittorio Borelli è stata di ottimo gusto, nessuna eccessività come spesso può avvenire in opere di questo tipo, buone caratterizzazioni dei personaggi e molto dosate e divertenti le entrate dei servitori. Molto suggestivo a livello scenico il quartetto “Sento in petto un freddo gelo”, coi lenti movimenti del brindisi al quale hanno contribuito in modo eccezionale le luci di Andrea Anfossi.

Il giovane direttore Francesco Paqualetti ha diretto molto bene l’ensemble del Regio, ovviamente ridotta ad orchestra settecentesca, partendo dalla splendida Ouverture diretta con brio e rendendo al meglio il gioco musicale creato da Cimarosa.

Per quanto riguarda le voci, bisogna dire che in questo caso tutti i cantanti si sono amalgamati alla perfezione facendo si che le lacune di alcuni fossero compensate dalle eccellenze degli altri. Quindi parlare dei singoli in uno spettacolo che fa del gioco continuo fra i suoi personaggi la forza può risultare fuorviante. È vero che Roberto De Candia, sicuramente la presenza migliore della serata, nel ruolo del conte e Paolo Bordogna nel ruolo di Geronimo sono stati entrambi straordinari sia vocalmente che scenicamente nel caratterizzare i due buffi personaggi mattatori della vicenda, ben coadiuvati da Chiara Amarú nel ruolo della vecchia zia Fidalma che ha dato un’ottima prova molto divertente e convincente. Ma è anche vero che Erika Grimaldi  ha caratterizzato al meglio l’acida Elisetta e che qualche durezza vocale è andata a perfezione con la natura del personaggio, così Barbara Bargnesi è stata un’ottima Carolina, restituendo al meglio tutti gli stati d’animo della protagonista, riuscendo a compensare qualche lacuna del Paolino di Emanuele D´Aguanno. Una vera compagnia, come poche volte si è vista.

Uno spettacolo veramente ben realizzato in tutti i sensi che è andato in un continuo crescendo fino alla splendido finale del secondo atto condotto alla perfezione da Pasqualetti, interpretato con brio da tutti i protagonisti e che alla fina ha suscitato ovazioni fra il pubblico che ha molto apprezzato questo divertente gioco scenico della migliore tradizione settecentesca.

 

Carolina                    Barbara BargnesiGeronimo                 Paolo Bordogna

Paolino                     Emanuele D’Aguanno

Conte Robinson      Roberto de Candia

Fidalma                    Chiara Amarù

Elisetta                     Erika Grimaldi

 

Direttore                  Francesco Pasqualetti

Regia                         Michael Hampe

ripresa da                 Vittorio Borrelli

Scene                        Jan Schlubach

Costumi                    Martin Rupprecht

Luci                            Andrea Anfossi

 

Orchestra del Teatro Regio

 

Allestimento Teatro Regio

in coproduzione con Opéra de Monte-Carlo

 

Domenico Gatto