Crítica de La traviata de Verdi. Torino

Traviata.Verdi.Torino

TEATRO REGIO

13, MARZO, 2013

 

Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
dal dramma La Dame aux camélias
di Alexandre Dumas figlio

Musica di Giuseppe Verdi

 

 

Nell’anno del centenario verdiano il teatro regio di Torino presenta il titolo operistico più famoso e più rappresentato in assoluto: La Traviata, nella storica messa in scena di Laurent Pelly che inaugurò la stagione 2009-2010. La scelta di riprendere questo spettacolo, fuori abbonamento per sole quattro recite, si è dimostrata vincente ed è stato un trionfo.

Il motivo principale del successo è stata Patrizia Ciofi che ha impersonato una ottima Violetta. Voce meravigliosa soprattutto nei pianissimo e nei filati, ha sfoderato un’interpretazione veramente intensa, raggiungendo l’apice nel terzo atto, con un “Addio del passato” da brivido e la scena finale veramente commovente, riuscendo giustamente a suscitare grandi ovazioni dal pubblico.

Accanto a lei si è distinto un ottimo Nicola Alaimo nel ruolo di Giorgio Germont. Il baritono palermitano ha dato vita ad un personaggio molto solido e veramente aristocratico, bella vocalità, perfetta per la parte, con una perfetta dizione. Il suo duetto del secondo atto con la Ciofi è stato sicuramente il momento più alto della rappresentazione ed il suo ingresso alla festa di Flora col rimprovero al figlio è stato un momento veramente solenne.

Bella prova anche di Alfredo Pretti nel ruolo di Alfredo. Un’ottima interpretazione, senza sbavature, sia localmente che scenicamente.

Il resto del cast si è dimostrato all’altezza: ottime sia Flora di Silvia Beltrani che Annina di Francesca Rotondo. Belle prove di Enrico Inviglia – Gastone, di Paolo Maria Orecchia– Douphol, di Scott Jhonson– D’Obigny, di Davide Mota Fré – Grenvil, di Dario Prola– Giuseppe. Completano il cast Enrico Speroni ed Enrico Bova.

Buona prova dei ballerini: simona Tosco, Luca Martini.

La direzione di Corrado Rovaris è stata molto precisa e ricca di pathos sin dal preludio, molto intensa nei momenti drammatici e più intimi e sublime nel terzo atto. Con questa direzione l’orchestra ha dato un’ottima prova dimostrandosi ancora una volta come una delle migliori del panorama italiano, così come ottimo si è dimostrato il coro preparato da Claudio Fenoglio.

Molto suggestiva la regia di Laurent Pelly, qui ripresa da Anna Maria Bruccese, che crea un contrasto con le scene di Chantal Thomas. Regia abbastanza classica e molto mobile, come classici sono i costumi, se si eccettua la mise campagnola di Violetta, a cui viene accostata una scena fissa e monolitica a grandi blocchi.

L’unica critica che mi sento di muovere è sulla scelta di dividere l’opera in due blocchi con un solo intervallo alla metà del secondo atto. Una scelta che a mio avviso falsa l’unità dell’opera in quanto vi è un deciso salto temporale fra i tre atti che  non avvengono in tre giorni consecutivi a differenza dei due quadri del secondo atto che avvengono nella stessa giornata. In questo modo invece si crea confusione sui tempi e si va contro lo stesso Verdi che l’opera l’ha pensata divisa in tre e non in due.

Comunque a parte questo appunto la serata ha avuto un ottimo esito e grande successo tra il pubblico presente.

 

 

Personaggi

Interpreti

Violetta Valéry

Patrizia Ciofi

Alfredo Germont

Piero Pretti

Giorgio Germont,

Nicola Alaimo

Flora Bervoix,

Silvia Beltrami

Annina

Francesca Rotondo

Gastone, visconte de Letorières

Enrico Iviglia

Il barone Douphol

Paolo Maria Orecchia

Il marchese D’Obigny

Scott Johnson

Il dottor Grenvil

Davide Motta Fré

Giuseppe

Dario Prola

Un domestico di Flora

Enrico Speroni

Un commissionario

Enrico Bava

Ballerini

Simona ToscoLuca Martini
   

Direttore d’orchestra

Corrado Rovaris

Regia e costumi

Laurent Pelly

Regia ripresa da

Annamaria Bruzzese

Scene

Chantal Thomas

Luci

Gary Marder

Riprese da

Andrea Anfossi

Maestro del coro

Claudio Fenoglio

 

Orchestra e Coro del Teatro Regio

Allestimento Teatro Regio 
in coproduzione con Santa Fe Opera Festival

 

Domenico Gatto