Crítica de Rusalka de Dvorsak. Napoles

Napoli Teatro San Carlo

27/01/2013

 

Rusalka la sirena più famosa dell’opera lirica approda per la prima volta, dopo più di 100 anni dalla sua creazione, al Teatro San Carlo di Napoli sulle rive della città della mitica Partenope.

La storia di Rusalka è simile a quella di molte altre creature fatate che popolano i luoghi acquatici. Rusalka è un essere diviso fra due mondi (figlia dello Spirito delle acque e di una donna) che desidera diventare totalmente umana per poter amare il principe di cui è innamorata. La creatura, costretta a pagare con la perdita  della voce la propria scelta, si renderà suo malgrado conto di quanto il mondo degli uomini sia falso e mendace e, alla fine, tradita dal suo principe  tornerà nel mondo fatato dal quale proviene. Ma, a differenza che in altre leggende simili (fra tutte quella più nota di Andersen), non sarà lei a pagare con la morte bensì il principe traditore che spirerà fra le braccia della fanciulla così che ella possa essere riaccolta nel mondo di sogno dal quale proviene.

L’orchestra del teatro partenopeo risponde con una straordinaria felicità esecutiva al  richiamo di questo essere magico che ammalia con la voce. E restituisce la raffinata partitura  in modo perfetto come se da sempre si fosse misurata con la musica  di Dvořák. Non poteva essere altrimenti visto che, a dirigere l’organico, il Teatro San Carlo ha chiamato il Maestro John Fiore: uno dei massimi esperti mondiali del repertorio ceco  il quale  ha condotto  in modo magistrale l’orchestra napoletana portandola ad interpretare ed eseguire  in modo mirabile quella sofisticata  fluidità musicale che determina il grande fascino di  Rusalka.

Anche per la composizione del cast il teatro ha scelto un insieme di professionisti  esperti in questo repertorio.

Dina Kuznetsova, protagonista nel ruolo di Rusalka,  si conferma ottima interprete e riesce  a rendere al meglio le sfumature di un  personaggio diviso fra il mondo fatato e quello umano. La Kuznetsova ha una voce bellissima e ricca di colori: ottimi i suoi pianissimo ed i filati coi quali ha coronato il famosissimo Inno alla luna riuscendo a far commuovere il pubblico e suscitando grandi applausi.  Nel corso dell’opera la sua performance va in crescendo come se la progressiva umanizzazione del personaggio  le servisse per riscaldare la voce. Meraviglioso il suo intervento in  apertura del terzo atto ed il duetto finale.

Richard Paul Fink  interpreta al meglio il ruolo di Vodnik:  lo Spirito delle acque, nonché padre della protagonista. Con la sua voce potente e gli ottimi accenti ha dato vita ad un personaggio estremamente solido e, al tempo,  partecipe della sorte della figlia.

Il Tenore Pavel Černoch, nel ruolo del  Principe, dopo un inizio un po’ anonimo è andato in crescendo mostrando una voce naturale dalla bella musicalità che ha espresso la propria migliore potenzialità nel sublime duetto finale in cui  si consegna romanticamente alla morte.

Irina Mishura si è calata pienamente nel ruolo della “cattiva” strega Jezibaba, riuscendo con una preziosa vocalità  a rendere tutta l’inquietudine che il personaggio deve trasmettere.

Ottima anche Jolana Fogas nel ruolo terreno e carnale della Principessa Straniera.

Apprezzabili le prove dei comprimari: il Guardiacaccia Andrea Porta: lo sguattero  Francesca Russo Ermolli, il cacciatore Antonio di Matteo e le tre Ninfe Valda Wilson, Federica Giansanti e Giuseppina Bridelli.

Semplice e suggestiva la scena ideata da Walter Schuetze: un gioco di cornici che, in modo alterno, o inquadrano  gli stessi protagonisti come spettatori della vicenda o fanno da schermo alle suggestive  videoproiezioni realizzate da Christoph Grigoletti.

L’evidenziare la differenza fra mondo naturale e quello alterato dall’uomo è l’idea centrale della regia di Manfred Schweigkofler. Nella messa in scena, infatti, la protagonista più si avvicina al mondo degli uomini  più viene contaminata da elementi “inquinanti”. Visivamente ciò viene reso, fra le altre immagini, soprattutto dall’apparizione del bellissimo costume fatto con sacchi di immondizia con cui Rusalka appare all’inizio del terzo atto.

Ma non solo il costume di Rusalka è  stato di straordinario effetto scenico , tutto il progetto costumistico  realizzato con grande sapienza e maestria da Mateja Benedetti utilizzando materiali riciclati è stato una vera e propria positiva sorpresa. Una scelta coerente, del resto, con la campagna per il lancio dell’opera basata proprio sulla promozione dell’ecosostenibilità tanto che lo stesso pubblico era stato invitato ad indossare, per la serata inaugurale, mises ecologicamente “corrette”.

 

 

RUSALKA
di Antonin Dvořák
libretto di Jaroslav Kvapil

 

Direttore: John Fiore
Regia: Manfred Schweigkofler
Maestro del Coro: Salvatore Caputo
Scene: Walter Schuetze
Costumi: Mateja Benedetti
Luci: Claudio Schmid
Videoproiezioni: Christoph Grigoletti
Assistente ai costumi: Concetta Nappi
 

Rusalka, Ninfa Ondina: Dina Kuznetsova
Il Pricipe: Pavel Černoch
La Pricipessa Straniera: Jolana Fogas
Jezibaba, la Strega: Irina Mishura
Vodnik, lo Spirito delle Acque: Richard Paul Fink
Gamekeeper: Andrea Porta
Turnspit: Francesca Russo Ermolli
Il cacciatore: Antonio Di Matteo
Ninfe del Bosco: Valda Wilson, Federica Giansanti, Giuseppina Bridelli

 

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

 

 

Domenico Gatto