Crítica del concierto sobre Wagner. Roma

Accademia Nazionale di Santa Cecilia

23/02/2013

Wagner 

Das Rheingold

Prologo dell’Anello del Nibelungo in un atto – in forma di concerto

 

 

“Soll ich sorgen und fürchten – du weißt genug sinn’ in Sorg’ und Furcht!” “Se ansia e timore mi attendono – te devo afferrare, tutto comprendere!” Nel momento più drammatico dell’ Oro del Reno, dopo che Erda ha appena detto a Wotan di abbandonare l’anello, il dio supremo decide di scendere nelle profondità della terra per afferrare la dea oracolare che ha preannunciato la fine degli dei, di lì a poco con l’esplosione musicale del tema della spada, Wotan concepirà la “grande idea” per riconquistare l’anello.

Tutto quello che accadrà nelle tre giornate del Ring des Nibelungen è preannunciato e rinchiuso in queste poche battute.

L’idea della spada porterà come conseguenza la nascita dei fratelli incestuosi Siegmund e Sieglinde e del loro figlio l’eroe libero Siegfried, di contro Wotan sveglierà Erda e con lei concepirà Brùnnhilde  che sarà la protagonista dell’intero ciclo e che parafrasando Star Wars sarà colei che riporterà l’equilibrio delle forze restituendo, alla fine di tutto, l’anello maledetto alle figlie del Reno.

Santa Cecilia celebra il bicentenario della nascita di Richard Wagner con una straordinaria edizione di “Das Rheingold”. Sotto la direzione di Kirill Petrenko, uno dei massimi esperti della musica Wagneriana, l’orchestra romana, reduce da una trionfale tournee in Scandinavia, si è dimostrata ancora una volta una delle formazioni migliori che ci siano in Europa.

Non capita spesso di poter vedere direttamente l’orchestra durante la messa in scena di un’opera, tanto più di Wagner, che voleva che l’orchestra durante la rappresentazione delle sue opere fosse totalmente oscurata alla vista dello spettatore; eppure,  la vera forza di questa edizione dell’ Oro del Reno sta proprio nell’orchestra di ben 155 elementi  secondo la concezione di Wagner che risulta impressionante agli occhi dello spettatore e rende immediatamente la monumentalità dell’opera. Petrenko dirige tutta quella mole di strumenti con naturalezza e semplicità dimostrando tutta la sua bravura e rendendo chiaro a tutti il perché questo giovane maestro questa estate avrà l’onore di dirigere l’intero ciclo nibelungico nel tempio di Bayeruth.

I contrabbassi intonano la prima nota del preludio e, immediatamente, si  entra nella dimensione dell’alba dell’universo e, subito dopo, con l’entrata dei corni e di seguito degli altri archi Petrenko riesce a rendere visibile e quasi palpabile lo scorrere dell’acqua del Reno.

Grazie a questa direzione solida e di grande esperienza wagneriana, l’orchestra è straordinaria nell’ intonare i grandi motivi musicali che caratterizzano il Rheingold e di conseguenza tutta la tetralogia. Ecco quindi in un susseguirsi di emozioni echeggiare prima il triste motivo della rinuncia, poi quello splendente dell’anello, quello solenne del Walhalla, che sarà legato in modo indissolubile a Wotan per tutto il ciclo, quindi il motivo marziale dei giganti a cui fa da risposta quello “naturale” di Freia, il suono delle incudini che rappresentano il Nibelheim e nel finale i grandi temi del l’arcobaleno e della grande idea della spada. L’orchestra romana rende quasi visibili questi motivi come poche volte accade.

Wolfgang Koch, che questa estate canterà il ruolo completo al festival di Bayeruth, ha dato voce ad un ottimo Wotan, col suo splendido timbro scuro ha cantato in modo solenne ed efficace, dimostrandosi uno dei migliori bassi in questo ruolo.

Di contro l’Alberich di Andreas Scheibner, è stato troppe volte soverchiato dall’orchestra a causa del suo timbro troppo chiaro.

Ottimi anche Frika  per la voce potente di Ulrike Helzel e Loge di Petrenko. Roma, che pur con dei limiti dovuti all’età è riuscito a rendere bene il personaggio.

Il resto del cast è stato di ottimo livello.

Ma come detto la vera protagonista è stata l’orchestra, una bellissima  realtà italiana che ha puntato sulla qualità ed ha raggiunto altissimi livelli.  Speriamo che negli anni avvenire si decida di realizzare tutto l’intera Tetralogia.

Sarebbe bellissimo se almeno per una volta, con un’orchestra di questo livello si riuscisse, magari in collaborazione con qualche altra fondazione lirica, a realizzare un’edizione in forma scenica di tutto il Ring des Nibelungen. Per l’Italia sarebbe un evento epocale.

 

 

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

DIRETTORE

Kirill Petrenko

 

Wolfgang Koch                                    Wotan

Martin Tzonev                    Donner

Kor-Jan Dusseljee           Froh

Peter Galliard                   Loge

Andreas Scheibner         Alberich

Kurt Azesberger                Mime

Roman Astakhov              Fasolt

Kurt Rydl                                Fafner

Ulrike Helzel                        Fricka

Nina Bernsteiner             Freia

Andrea Bönig                      Erda

Talia Or                                   Woglinde

Dagmar Pecková              Wellgunde

Hermine Haselböck       Flosshilde

 

 

Domenico Gatto