Musica e libretto di Richard Wagner
Bayerische Staatsoper, München
13, 14, 15, 18 Luglio 2013
Nationaltheater
Assistere al ring wagneriano, nei tempi previsti dall’autore, comporta un impegno fisico, mentale e morale per lo spettatore che, più o meno consapevolmente e volontariamente, diviene parte integrante e fondamentale dell’opera stessa. Mascherati da dei, giganti, nani e valchirie, questa immensa epopea è popolata da personaggi che non rappresentano altro che noi comuni umani: una societá multiforme non così tanto mutata dai tempi di Wagner, se non probabilmente moto più degradata.
È difficile pretenderlo, tuttavia l’esecuzione completa e ravvicinata del prologo e successive tre giornate dovrebbe essere regola imprescindibile: esultiamo dunque quando -spesso- accade alla Bayerische Staatsoper di Monaco, primissima e attualmente primaria patria wagneriana, essendo Bayreuth allo sfacelo, con buona pace dei fedelissimi gaudenti e paganti che si ostinano ad ascendere la sacra collina pur di godere di rappresentazioni e cast al limite della truffa.
Non a Monaco, che a partire dalla scorsa stagione entusiasma il pubblico giunto da tutto il mondo per assistere ad un Ring straordinario, firmato Andreas Kriegenburg-Kent Nagano. Falegname di nascita e in seguito regista autodidatta il primo, serissimo musicista il secondo, insieme hanno realizzato indubbiamente il miglior Ring degli ultimi anni replicato nuovamente in un unico esauritissimo ciclo durante l’appena concluso Festspiele che l’Opera bavarese realizza ogni estate proponendo il meglio delle sue produzioni.
Le avanzate risorse tecniche del massimo teatro tedesco consentono la realizzazione di uno spettacolo che gode di apparente semplicitá e chiarezza espositiva straordinaria. Kriegenburg esalta la drammaturgia wagneriana, risparmiandoci visioni contorte o attualizzazioni improbabili, e partendo dal più semplice ed immediato dei presupposti: l’amore degli uomini. Un amore
, inteso al massimo dei suoi significati possibili, che rappresenta l’elemento fondante di una umanitá incorrotta e in comunione. Il male che penetra in essa trascinerá l’uomo in un mondo gravido di odio, vendetta, consumo, apparenza, disprezzo. Solo il sacrificio del nostro eroe inconsapevole, un puro folle anch’esso, riuscirá a salvarci da noi stessi, riaccendendo una piccola luce di speranza per gli uomini che ritrovano l’amore e la fratellanza perduta.
In totale laicitá di forme e contenuti, tutto ciò si realizza nel rispetto del libretto e della musica con coerenza e intelligenza. A partire dalla scena iniziale: un grande dejeneur in un luogo senza tempo dove una moltitudine di giovani uomini e donne, vestiti di bianco, sono felici. Si amano senza malizia, ridono, scherzano, trasformandosi poi in un bellissimo intreccio di corpi, il Reno, custodi del loro stesso amore, quell’oro che vedremo rappresentato sotto forma di corpo dorato, rapito nell’atto che distrugge l’armonia delle cose. Piombiamo nella vita terrena, scene borghesi: scarne pareti di legno e pochi elementi saranno la cornice, sia in Rheingold che Walküre, degli scontri tra Wotan, Fricka e Brunnhilde. Esistenze logorate, insoddisfatte, entusiasmi repressi, per le quali il Walhalla è il luogo vagheggiato ove rifugiarsi, pur nella sua inconsistenza materiale. Tutto procede secondo libretto seguendo un doppio binario: quello fantastico dei giganti, il nibelheim, le trasformazioni, la casa di hunding, notung, e quello reale dove la fantasia si riflette nel suo aspetto più tragico dell’umanitá in crisi esistenziale e di valori cui Wotan e la sua stirpe non riescono a opporsi divenendone vittime e artefici nello stesso tempo.
Per il versante fantastico bisogna ricordare la scena della forgiatura della spada in Siegfried, mai visto un tripudio di tanta fantasia e magia. Scintille, pozioni, fumi, l’incudine e una miriade di tubi e diavolerie: protagonisti e artefici la stessa moltitudine di bravissimi giovani figuranti che sotto varie forme sono il trait d’union dell’intero Ring. La straordinaria ricchezza musicale, la fantasia dei movimenti, dei colori, la gioia tangibile che ci ha pervaso ha contagiato tutto il pubblico poi esploso in un liberatorio trionfo al termine dell’atto.
Il successo é stato totale e giustificato non solo per la parte visiva e registica di questo Ring, ma prima di tutto a partire dalla direzione di Kent Nagano che termina il suo magnifico lavoro a Monaco cone Generalmusikdirector. Merito altissimo è quello di avere avuto la capacitá di mantenere un equilibrio perfetto con il palcoscenico. Mai l’orchestra ha sovrastato i cantanti, sostenendoli invece, evidenziando la fittissima trama tematica, e sempre incalzando i tempi con grande slancio drammatico ed emotivo. Una direzione che si può serenamente considerare perfetta, complice un’orchestra magnifica ma che avremmo preferito più curata proprio nella tanto importante sezione dei corni. Attendiamo dunque con trepidazione l’arrivo di Nagano all’Opera di Amburgo nel 2015, un teatro che merita finalmente un direttore di questo calibro.
I cantanti che componevano i cast delle 4 opere sono stati quasi tutti di altissimo livello, a partire dal Mime di Ulrich Reß, il Loge ‘á la Liszt’ magnificamente interpretato da Stefan margita, il Fafner di Steven Humes. I tre Wotan erano perfetti ciascuno nella ‘propria’ opera, ma tra tutti citiamo Bryn Terfel: difficile dire ancora qualcosa di nuovo su questo grandissimo artista. Nonostante la carriera cominci a farsi sentire, intatto e forse sempre più profondo è il fraseggio, la partecipazione emotiva totale che fanno del suo Wotan, in Walküre, un punto fermo dell’interpretazione del ruolo. Accanto a lui la Fricka memorabile di Sophie Koch, voce ricca, bella, sostenuta, accento e fisicitá straordinari. I due tenori, Siegmund e Siegfried, erano rispettivamente Simon O’Neill, meno brillante rispetto ad altre occasioni, e Stephen Gould. A quest’ultimo, nonostante qualche segno di stanchezza, va dato il merito di avere sostenuto le temibili parti di Siegfried con grande cura e professionalitá, credibile sulla scena e vocalmente soddisfacente. Da menzionare con vera gratitudine l’uccellino cantato e interpretato nelle sue bellissime e poetiche scene da Anna Virovlansky. Deludenti invece le soprano in Walküre: Brunnhilde era Katarina Dalayman, sempre più urlante, generica, senza acuti, e Sieglinde Petra Lang su cui è meglio tacere, imbarazzante nonostante il plauso del pubblico. Magnifiche invece Catherine Naglestad, Brunnhilde in Siegfried, e naturalmente formidabile Nina Stemme in Götterdämmerung. Entrambe sorprendenti per chiarezza del canto, facilitá nel gestire le lunghe e costanti frasi in zona acuta, bellezza del timbro. Due fuoriclasse. La Stemme ha qualcosa in più, esperienza nel ruolo intanto, e un personaggio più interessante da interpretare. In Götterdämmerung superbo l’Hagen di Hans-Peter König (giá Hunding) e molto appropriata la Gutrune interpretata da Anna Gabler: a lei il compito di chiudere il dramma, sopravvissuta al crollo del Walhalla di consumismo eretto dai ghibicunghi, si ritroverá sola, disperata, consapevole di avere perso tutto. Sará allora quello il momento di ricominciare, accolta e circondata dall’immenso e inaspettato abbraccio dei nostri giovani nuovamente protagonisti, stretti insieme affinché non si rinneghi più l’amore, sostenuti e sublimati nella musica.
Das Rheingold
Samstag, 13. Juli 2013
Wotan Johan Reuter
Donner Levente Molnár
Froh Sergey Skorokhodov
Loge Stefan Margita
Alberich Tomasz Konieczny
Mime Ulrich Reß
Fasolt Thorsten Grümbel
Fafner Steven Humes
Fricka Sophie Koch
Freia Aga Mikolaj
Erda Catherine Wyn-Rogers
Woglinde Hanna-Elisabeth Müller
Wellgunde Angela Brower
Floßhilde Okka von der Damerau
Die Walküre
Sonntag, 14. Juli 2013
Siegmund Simon O’Neill
Hunding Hans-Peter König
Wotan Bryn Terfel
Sieglinde Petra Lang
Brünnhilde Katarina Dalayman
Fricka Sophie Koch
Helmwige Susan Foster
Gerhilde Karen Foster
Ortlinde Golda Schultz
Waltraute Heike Grötzinger
Siegrune Roswitha Christina Müller
Roßweiße Alexandra Petersamer
Grimgerde Okka von der Damerau
Schwertleite Anja Jung
Siegfried
Montag, 15. Juli 2013
Siegfried Stephen Gould
Mime Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
Der Wanderer Terje Stensvold
Alberich Tomasz Konieczny
Fafner Steven Humes
Erda Qiulin Zhang
Brünnhilde Catherine Naglestad
Stimme eines Waldvogels Anna Virovlansky
Götterdämmerung
Donnerstag, 18. Juli 2013
Siegfried Stephen Gould
Gunther Iain Paterson
Hagen Hans-Peter König
Alberich Tomasz Konieczny
Brünnhilde Nina Stemme
Gutrune / 3. Norn Anna Gabler
Waltraute Michaela Schuster
Woglinde Hanna-Elisabeth Müller
Wellgunde Angela Brower
Floßhilde / 1. Norn Wiebke Lehmkuhl
2. Norn Jennifer Johnston
Musikalische Leitung Kent Nagano
Inszenierung Andreas Kriegenburg
Bühne Harald B. Thor
Kostüme Andrea Schraad
Licht Stefan Bolliger
Choreographie Zenta Haerter
Dramaturgie Marion Tiedtke
Olaf A. Schmitt.
Chor Sören Eckhoff
Bayerisches Staatsorchester
Chor der Bayerischen Staatsoper
Alessandro Di Gloria