22 maggio 2014. Palermo, Teatro Massimo
Don Giovanni. Libretto di Lorenzo Da Ponte; Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Un Don Giovanni mutilato è andato in scena a Palermo, mutilato in quanto è stato eliminato il bellissimo concertato finale, facendo si che l’opera si concludesse col protagonista circondato da un ammasso di cadaveri in mutande. Il perché di questo taglio non può essere ricercato nelle motivazioni filologiche di voler eseguire l’opera nella sua rivisitazione viennese del 1788, in quanto non sono presenti le altre modifiche che il compositore face per quella rappresentazione: non è tagliata l’aria di Don Ottavio “Il mio tesoro intanto», e non è stato inserito il duetto fra Zerlina e Leporello “Per queste tue manine”, quindi l’opera è andata in scena secondo il cliche tradizionale, cioè una versione che non è né quella di Praga e né quella di Vienna ma quella che si è consolidata nei tempi a cui però è stato troncato il finale. A mio parare l’unico motivo per cui si possa tagliare la bellissima musica di Mozart è stato per una scelta del regista Lorenzo Amato, la cui regia fino a quel momento si era solamente distinta per una serie di presenze femminili in sottoveste e per un ridicolo “ballo sociale” nella grande scena della festa, quella in cui suonano le tre orchestre e lo stesso Mozart si era filologicamente raccomandato che i personaggi ballassero tre danze diverse in scena.
Stefano Ranzani, ha diretto in modo energico dando una lettura della partitura tutta tesa ad esaltare l’epilogo finale, per questo ha preferito creare una tensione dinamica che sfaccettare meglio i personaggi. L’orchestra del teatro palermitano si è dimostrata ottima nel seguire in dettami del maestro.
Grande successo ha avuto Carlos Alvarez nel ruolo del titolo. Il baritono spagnolo ha reso un Don Giovanni nobile con una voce calda e seducente ed una forte presenza scenica. Molto apprezzata la sua aria “Fin ch’han del vino” e molto intenso nel finale, per lui un vero trionfo.
Accanto a lui Matias Tosi ha disegnato un Leporello molto divertente, giusto opposto del suo padrone, prova molto convincente la sua, molto bravo nel passare indenne nella famosa aria del catalogo vista la turbinosa direzione di Ranzani.
Maija Kovalevska ha reso bene il ruolo impervio di Donna Elvira, anche se con qualche passaggio un po’ al limite, forse per la preoccupazione di dover mostrare ogni qual volta che cantava il pancione da donna in attesa, altra trovata geniale della regia! Mi si scusi la divagazione ma Loredana Bertè 30 anni fa sul palco di San Remo era stata molto più originale.
La coppia Donna Anna e Don Ottavio è stata resa da Rocio Ignacio e Tomislav Mužek, in modo molto energico, in linea con la direzione d’orchestra, probabilmente per questa scelta stilistica entrambi hanno evitato le mezze voci ed i filati che le parti richiedono.
Di buon livello la Zerlina di Barbara Bargnesi ed il Masetto di Biagio Pizzuti, coppia ben assortita che ha reso bene gli sposini sia vocalmente che scenicamente.
Convincente Michail Ryssov nel ruolo del commendatore. Ottimo il coro preparato da Piero Monti.
Don Giovanni, Carlos Álvarez
Donna Anna, Rocío Ignacio
Don Ottavio, Tomislav Mužek
Il Commendatore, Michail Ryssov
Donna Elvira, Maija Kovaļevska
Leporello, Matias Tosi
Masetto, Biagio Pizzuti
Zerlina, Barbara Bargnesi
Direttore, Stefano Ranzani
Regia, Lorenzo Amato
Scene, Angelo Canu
Costumi, Marja Hoffmann
Luci Alessandro, Carletti
Assistente alla regia e movimenti coreografici, Giancarlo Stiscia
Maestro al fortepiano, Giacomo Gati
Domenico Gatto