Fiorenza Cedolins debutta Fedora al San Carlo di Napoli

Fedora

La Fedora andata in scena al San Carlo sarà ricordata per il debutto nel ruolo del titolo del grande soprano italiano Fiorenza Cedolins.

Fiorenza Cedolins, da cantante di classe qual è, non ha deluso le aspettative rendendo appieno tutta la nobiltà del personaggio, non eccedendo mai nei momenti di maggiore emotività, regalabdo al pubblico una interpretazione molto struggente, senza alcun cedimento da “O grandi occhi lucenti», fino alla patetica scena finale che ha reso in modo altamente drammatico, grazie ad una voce squillante e matura al punto giusto per questo personaggio.

Al suo debutto al San Carlo Giuseppe Filianoti, ha reso bene il personaggio di Loris grazie ad un bel timbro ed al suo canto morbido e calibrato. Molto successo ha avuto nell’interpretazione della famosa aria »Amor ti vieta”, cantata in modo molto passionale.

Roberto De Candia è stato un ottimo Da Siriex ed ha raggiunto il suo apice nell’aria «La donna russa» cera con l’ironia e la verve che il baritono possiede.

Divertente e frivola Barbara Bargnesi nel ruolo dell’amica di Fedora, la contessa Olga dotata di un bel timbro da soprano leggero, è stata molto ironica, soprattutto ne «Il Parigino».

Bene anche John Paul Huckle che ha rivestito il doppio ruolo di Cirillo cocchiere di Vladimiro, e del medico Borov.

Di buon livello il resto de cast: Francesca Russo Ermolli che ha interpretato il doppio ruolo sia di Dimitri che quello del giovane savoiardo del terzo atto, Cristiano Olivieri cha ha interpretato Desiré, Gianluca Sorrentino nel ruolo del Barone Rouvel, Daniele Piscopo nel ruolo di Gretch.
Fedora

Bravo anche il pianista Roberto Moreschi che ha dato vita al presunto nipote di Chopin, Lazinski.

Il direttore Asher Fisch ha reso tutte le emozioni di uno spartito ricco ed elegante riuscendo a rendere appieno tutta la ricchezza della partitura di Giordano, uno spartito vario in cui si alternano scene altamente tragiche e patetiche ad altre più leggere ed ironiche. Ottima l’orchestra del teatro napoletano che ha seguito in modo impeccabile le indicazioni del maestro.
Ottimo anche il coro nei pochi interventi che lo spartito prevede.

La Messa in scena che Salvo Piro ha ripreso da quella scaligera di Lamberto Puggelli, era classica con qualche idea interessante come le aperture dei vari atti affidati alle silhouette dei personaggi. Grazie alle scene eleganti firmate da Luisa Spinatelli, si è potuta vere una regia coerente in cui è stato facile per il pubblico seguire e comprendere tutta la vicenda, cosa che al giorno d’oggi è alquanto rara e quindi per questo altamente apprezzabile.

Uno spettacolo molto godibile ed una grande Fiorenza Cedolins hanno decretato il successo.

Domenico Gatto