Il Don Giovanni dell’Arena: la magnificenza dello spettacolo e la bellezza delle voci

 

Il Don Giovanni dell’Arena: la magnificenza dello spettacolo e la bellezza delle voci
Don Giovanni dell’Arena

Un inevitabile successo all’Arena di Verona per la ripresa di uno spettacolo del 2012 di Franco Zeffirelli che mette in scena il Don Giovanni di W. A. Mozart. La spettacolarità delle scene, la bellezza dei costumi, la riuscita caratterizzazione psicologica dei personaggi unita a belle voci hanno fatto sì che si realizzasse quel successo di pubblico che segnò tre anni fa il debutto di quest’opera all’Arena.

Indubbiamente rappresentare Don Giovanni di Mozart, che è un’opera sotto molti aspetti “intima” e che non ha scene di massa (basti pensare che debuttò nel piccolo palcoscenico del Teatro degli Stati Generali di Praga) fu una sfida per Franco Zeffirelli nel 2012 quando gli proposero questo titolo per l’Arena di Verona, titolo che – molto probabilmente per il motivo appena detto – non era mai stato rappresentato in questa sede. Certamente anche la stessa musica mozartiana risulta ancora oggi lontana da un certo pubblico che identifica opera solo Verdi e il melodramma (lo hanno dimostrato i numerosi posti vuoti della sera in questione); la sfida pertanto di Zeffirelli fu duplice ed è riuscito a mette in scena un grande spettacolo che ancora oggi è fresco e pieno di vivacità, pur con qualche pecca che ritroviamo in altre regie del maestro fiorentino.

Zeffirelli riempie la scena con un immensa facciata barocca, di forte impatto visivo, una di quelle scenografie che si imprimono nella mente e fanno sospirare di meraviglia. Scena unica che muta ben poco a seconda dei vari veloci cambi di scena; facciata ricca di dettagli architettonici che immergono lo spettatore in un’epoca che è quella degli anni di Mozart. Bravo il light designer Paolo Mazzon che con sapienti giochi di luci è riuscito a risaltare sia i vari momenti della giornata, che a dare a ogni cambio scena un aspetto diverso del palazzo. A completare questo immenso splendido dipinto i bellissimi costumi di Maurizio Millenotti, sfarzosi, eleganti e filologicamente perfetti.

L’opera si apre con il protagonista che giunge al palazzo di Donna Anna su un cavallo, cosa che è possibile fare ormai solo all’Arena; da qui le vicende si snodano in una coerenza quasi maniacale con il libretto di Da Ponte, non tralasciando nulla e dando ai personaggi la giusta e perfetta calibratura. Da gustare la scena delle nozze di Zerlina e Masetto, oppure quella con la statua del Commendatore e – infine – ma decisamente riuscita – l’arrivo del Commendatore alla cena. Tutti momenti che hanno stupito il pubblico. Accennavamo prima di alcuni nodi alla regia e sono le scene di massa. Anche in altre regie “areniane” Zeffirelli fa un uso smisurato di comparse, che hanno un effetto visivo splendido (come nel caso delle nozze di Masetto), ma che tendono a perdere di vista il canto e i cantanti, immersi (quasi travolti) dalle masse in scena.

Il Don Giovanni dell’Arena: la magnificenza dello spettacolo e la bellezza delle voci

Al suo debutto in Arena il giovane e poliedrico direttore Stefano Montanari. Conduce un’Orchestra dell’Arena con ritmi incalzanti. Il suo procedere rende un Don Giovanni dai ritmi vibranti, dai suoni nitidi; si sente che la sua mano è portata al repertorio barocco e la sua interpretazione personale rende un Don Giovanni insolito e caldo. Unica stonatura la scelta di utilizzare al posto del fortepiano una tastiera e non si capisce bene il perché, riproducendo suoni completamente estranei e invasivi (potremmo dire disturbanti) dell’opera stessa. In complesso una buona tenuta tra orchestra e palcoscenico.

Molto valide le voci della serata. Nel ruolo del titolo il baritono Carlos Alvarez, il suo è un Don Giovanni suadente e sensuale, la sua bella voce calda e rotonda rendono perfettamente il personaggio in cui è calato in modo impeccabile. Senza dubbio uno dei migliori Don Giovanni attualmente sulla piazza che unisce alla voce la pienezza dell’interpretazione. Un incontenibile e affascinante Leporello quello tratteggiato da Alex Esposito; sicuro nel personaggio quanto nella voce, disinvolto con una bella voce, un bel timbro e un bel fraseggio. Al suo debutto nel personaggio di Donna Anna Irina Lungu, che ha confermato di essere un ottimo soprano lirico, dando vita ad un personaggio passionale e sofferente, mettendo in risalto le ottime qualità canore e la sua vocalità ampia ed estesa. Al debutto nel personaggio anche Maria Josè Siri, una luminosa Donna Elvira dalla bella coloritura, dall’ottimo fraseggio e dalla generosa espressività. Dalla squillante vocalità il Don Ottavio di Leonardo Cortellazzi a suo agio nel personaggio; la voce è pulita e fresca, con un buon fraseggio e buona coloritura. Positivi e validi Christian Senn in Masetto e Natalia Roman in Zerlina, hanno dato vita a due personaggi credibili ed estroversi, pur senza emergere eccessivamente. Voce importante e profonda quella del basso Rafal Siwek che è entrato pienamente nel personaggio del Commendatore, dandone un connotato ieratico e solenne.

Sempre valido il coro dell’Arena preparato dal maestro Salvo Sgrò, pur – qui – in un ruolo molto breve.

Mirko Bertolini