Intervista a Sung-Hwa Hong

Intervista a Sung-Hwa Hong
Intervista a Sung-Hwa Hong

Sung-Hwa Hong è un artista coreano a tutto tondo, nasce come basso lirico, ma la sua esperienza e le sue capacità lo portano a intraprendere anche la strada di Vocal Coach e direttore artistico dell’Associazione Teatrale Art in Corea. Nella sua collezione vanta parecchi premi vinti nei concorsi internazionali, tra cui il premio “United States House of Representatives Award”.                                                                                                               

La sua voce continua a girare il mondo, dal “Gran Teatre del Liceu” in Spagna, al “Teatro Louis de Geer” in Svezia, per poi passare dalla “Sala Verdi” e “Sala Puccini” di Milano, arrivando alla “Carnegie Hall” di New York per poi ritornare al “Teatro Regio” di Parma.

Incontrandolo si ha subito l’impressione di essere davanti ad un cantante senza paure e con una energia tale da calcare e conquistare la scena. La sua voce grave e la sua postura imponente risaltano subito e chiunque riuscirebbe a capire che davanti a me, mentre sorseggia il suo caffè, c’è un artista di spessore che con il suo simpatico sorriso, mi regala degli attimi della sua vita raccontandosi senza filtri.

Sung-Hwa, ci racconti dei suoi studi operistici e da dove nasce la sua passione per l’opera lirica.

Ho iniziato i miei studi operistici all’Università Nazionale di Seul e una volta arrivato in Italia mi sono laureato al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e alla Scuola Civica di Musica “Claudio Abbado”.

Ho amato l’opera lirica in tenera età, infatti fin da bambino ho sempre vissuto a contatto con l’arte, dato che i miei genitori erano attori in Corea, ma la vera passione è nata vedendo un concerto de “I tre tenori” nel mio paese.

Che ricordo ha del suo debutto?

Ho debuttato nel 2008 come protagonista nell’opera Don Giovanni di Mozart, nel teatro Sejong Center for the Perfoming Arts e ho un ricordo bellissimo , perchè in platea c’erano i miei genitori con i loro amici attori e non potrò mai dimenticarmi i loro sguardi fieri di me.

Ho debuttato anche nei panni di Basilio, nel Barbiere di Siviglia, Bartollo nelle Nozze di Figaro, Sparafucile e Monterone in Rigoletto.

Lei ha avuto la fortuna di cantare in giro per il mondo e per l’Europa, c’è un pubblico che le ha dato più emozioni?

Sì, durante un galà lirico avvenuto a Barcellona al Gran Teatre del Liceu, sono rimasto piacevolmente colpito da una coppia di anziani che a fine spettacolo sono venuti da me a farmi i complimenti con le lacrime agli occhi e la loro emozione mi ha davvero commosso.

Le manca il suo paese?

Certo, però almeno una volta all’anno ritorno nella mia amata terra e dai miei genitori.

Le piace l’Italia?

Mi piace molto, perché è il paese della cultura e dell’opera lirica.

L’Italia è la patria di numerosi artisti di valore, ma indipendentemente da questo, posso dire che mi sono trovato bene fin da subito!

Oltre ad essere un basso lirico, lei è anche direttore artistico e vocal coach, si reputa soddisfatto o vorrebbe raggiungere altri obbiettivi?

Sono molto soddisfatto della mia carriera artistica, ho preparato anche vocalmente i cantanti di musical e canto moderno, ma come obbiettivo ho quello di aprire una mia art management.

Che cosa le piace fare nel tempo libero?

Mi piace molto leggere, ascoltare la musica ed essendo diplomato nella terapia dell’ipnosi, mi dedico molto spesso alla meditazione.

3 pregi e 3 difetti di Sung-Hwa.

Tra i pregi sicuramente la passione per il mio lavoro e per tutto ciò che faccio, la concentrazione e la solarità. Un mio grande difetto, invece è di essere troppo buono e così la gente un po’ se ne approfitta . Un’altra mia mancanza è dormire poco e amo la cucina… questo può fare danni!

I suoi futuri progetti?

Ho aperto un corso a Milano e in Corea “ International Vocal training and Coaching” per cantanti lirici, moderni e musical. Sarò impegnato anche nell’opera “Il Barbiere di Siviglia” e “Un ballo in maschera” e sarò presente in svariati galà lirici in Europa, ma per scaramanzia non dico altro!

Dia un consiglio a tutti i cantanti stranieri per riuscire ad avere successo nel nostro paese.

Solitamente si pensa che la difficoltà ad imparare l’italiano possa creare problemi, io invece consiglio di non pensare a questo o almeno di non vederlo come un ostacolo. Il vero segreto è quello di portare in valigia il proprio cuore, solo se si riesce ad emozionare il pubblico, si può pensare poi a raggiungere il successo!

Emanuela Campanella