Don Carlo. Verdi. Milán

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Teatro alla Scala 29/10/2013

Libretto di Joseph Méry e Camille du Locle Traduzione italiana di Achille de Lauzières e Angelo Zanardini.

L’ultima data della ripresa del Don Carlo di Verdi che aveva inaugurato la stagione del 2008-2009, che la fondazione lirica de La Scala di Milano ha deciso di riproporre per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, non è stata di certo una serata memorabile.

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Il cambio di direzione musicale da Fabio Luisi, che ha diretto tutte le altre date, a Pier Giorgio Morandi non è stato indolore, la sua direzione è stata lenta e scialba senza nessuna particolare sfumatura, per cui l’orchestra scaligera si è adeguata dando una prova senza infamia ne lode.

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Fabio Sartori è stato sicuramente l’elemento migliore della serata, ha reso molto bene la parte di Don Carlo sfoggiando una bella voce, ottima sia in potenza che nei pianissimo. Bellissima la sua aria iniziale “Io l’ho perduta!” e molto struggente nei duetti, riesce sempre a mantenere un ottimo equilibrio senza strafare mai e senza emettere urla sguaiate negli acuti come molti altri tenori ci hanno abituato.

Di contro Martina Serafin, dalla gloriosa carriera wagneriana, non è stata una convincente Elisabetta. Il soprano ha mostrato un bel corpo ed un bel centro ma è stata carente negli acuti e soprattutto nei pianissimo di cui la parte è piena. Va detto comunque che la Serafin ha avuto una ripresa nel finale, riuscendo a fare bene il difficile quarto atto.

Ekaterina Gubanova è stata una buona Principessa d’Eboli, assieme a sartori la presenza migliore della serata, tanto che il terzetto che apre il secondo atto è stato il momento migliore della serata.

Massimo Cavalletti ha dato vita ad un buon Rodrigo, la voce è bella nonostante qualche urlo di troppo.

Da dimenticare le prova di Štefan Kocán nella parte di Filippo II, vera nota dolente della serata.

Non buona neanche la prestazione di Rafal Siwek nel ruolo del Grande Inquisitore.

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Completavano il cast Barbara Lavarian nel ruolo di Tebaldo, Fernando Rado nel ruolo del Frate, Carlos Cardoso nel ruolo del Conte di Lerna e Carlo Bosi nel ruolo dell’Araldo reale.

Ernesto Panariello, Simon Lim, Davide Pelissero, Filippo Polinelli, Federico Sacchi, Luciano Montanaro hanno dato voce ai Deputati Fiamminghi mentre Roberta Salvati è stata la voce dal cielo.

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La messa in scena di Stéphane Braunschweig, già criticata a suo tempo, per essere minimalista è risultata troppo macchinosa, visti i lunghi cambi di scena, ed in alcuni punti incomprensibile ai più, soprattutto nell’uso dei bambini come controfigure, suscitando qualche volta anche ilarità fra il pubblico.

Direttore         Pier Giorgio Morandi

Regista           Stéphane Braunschweig

Scene             Stéphane Braunschweig

Costumi          Thibaut Vancraenenbroeck

Luci                 Marion Hewlett

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Filippo II                                Stefan Kocan

Don Carlo                             Fabio Sartori

Rodrigo                                 Massimo Cavalletti

Il Grande Inquisitore           Rafal Siwek

Un frate                                 Fernando Javier Rado

Elisabetta di Valois              Martina Serafin

La Principessa d’Eboli        Ekaterina Gubanova

Tebaldo                                 Barbara Lavarian

Il Conte di Lerma                 Carlos Cardoso

Un araldo reale                    Carlo Bosi

Voce dal cielo                      Roberta Salvati

Deputati fiamminghi            Ernesto Panariello, Luca Tittoto, Davide Pelissero,

Filippo Polinelli, Mattia Denti, Luciano Montanaro

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Domenico Gatto