Milano, Teatro alla Scala. 03/06/2013
Tragedia in un atto. Libretto di Hugo von Hofmannsthal. Musica di Richard Strauss
Una straordinaria Elektra è andata in scena al teatro alla scala di Milano, ultima regia firmata dal genio di Patrice Chéreau che ci ha lasciato lo scorso ottobre.
La sua regia si concentra soprattutto sui rapporti umani che animano i personaggi di questa atroce vicenda, che invece di essere i folli urlatori che spesso appaiono in quest’opera, qui vengono rappresentati nel loro aspetto intimistico.
Grande merito del successo va ad una eccellente Evelyn Herlitzius, che in un ruolo massacrante come quello di Elektra è riuscita ad essere sempre perfetta. Grazie alla tecnica ed alla potenza della sua voce ha cantato tutte le note della partitura con una naturalezza impressionante, ha offerto una interpretazione ed adesione al personaggio tale da far venire i brividi al pubblico riuscendo a superare l’orchestra, composta da più di cento elementi, senza mai emettere un urlo sguaiato. È bello vedere artiste simili non risparmiarsi e donarsi così al pubblico cha l’ha ripagata con grandissime e più che meritate ovazioni.
Ottime anche le altre protagoniste: Adrianne Pieczonka è stata una perfetta Chrysothemis, elegante e tenera, giusto contrasto alla disperata ed ossessionata sorella.
Memorabile la Klytämnestra Waltraud Meier, che ha interpretato non la solita regina arrogante ma una madre piena di rimorsi che vorrebbe veramente riconciliarsi con la figlia. Gli anni passano ma la Maier si conferma sempre una delle più grandi interpreti di questo repertorio, grazie al suo essere artista a tutto tondo riesce a rendere il personaggio della regina in modo intimistico e patetico senza mai eccedere in suoni forzati e mai cadere nel caricaturale.
Accanto a loro René Pape è stato un’ottimo Orest così come Tom Randle nel ruolo di Aegisth.
Ottimo tutto il resto del cast soprattutto le ancelle che hanno aperto l’opera in modo magistrale.
Una nota a parte meritano due glorie del passato: nel ruolo del mentore d’Orest Franz Mazura e, nel ruolo del vecchio servo, Donald Mcintyre, già straordinario Wotan accanto a Gwyneth Jones nella storica edizione del Der Ring des Nibelungen diretta da Pierre Boulez e con la regia dello stesso Chéreau al festival di Bayruth del 1980.
Esa-Pekka Salonen ha diretto in modo magistrale l’orchestra che, nonostante l’ampiezza, infatti contava centoundici elementi, è riuscito a tenere salda soprattutto nel rapporto col palcoscenico. Avendo scelto una lettura molto intimistica dell’opera, conforme alle intenzioni della regia, ha diretto in modo da accompagnare sempre al meglio il canto dei protagonisti e da aderire totalmente a quello che avveniva in palcoscenico, cosa che oggi solo in pochi riescono a fare soprattutto in opere come questa dove è facile lasciarsi andare in eccessi.
Una messa in scena memorabile con un trionfo assoluto per tutti.
Klytämnestra WALTRAUD MEIER
Elektra EVELYN HERLITZIUS
Chrysothemis ADRIANNE PIECZONKA
Aegisth THOMAS RANDLE
Orest RENÉ PAPE
Der Pfleger des Orest FRANZ MAZURA
Die Aufseherin / Die Vertraute RENATE BEHLE
Ein junger Diener MICHAEL PFLUMM
Ein alter Diener DONALD MCINTYRE
Erste Magd BONITA HYMAN
Zweite Magd / Die Schleppträgerin ANDREA HILL
Dritte Magd SILVIA HABLOWETZ
Vierte Magd MARIE-EVE MUNGER
Fünfte Magd ROBERTA ALEXANDER
Dienerinnen ROSSANA CALABRESE, SILVIA MAPELLI, CLAUDIA VIGNATI, AGNESE VITALI
Direttore Esa-Pekka Salonen
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia Patrice Chéreau
ripresa da Vincent Huguet
Scene Richard Peduzzi
Costumi Caroline De Vivaise
Luci Dominique Bruguière
Orchestra del Teatro alla Scala
Nuova produzione In coproduzione con Festival d’Aix en Provence; Metropolitan Opera House, New York; Finnish National Opera, Helsinki; Staatsoper Unter den Linden, Berlino e Gran Teatre del Liceu, Barcellona
Domenico Gatto