17 gennaio 2014, Teatro San Carlo, Napoli
Il Barbiere di Siviglia
Musica: Gioachino Rossini
Libretto: Cesare Sterbini
Il primo titolo dell’anno andato in scena presso il teatro S. Carlo di Napoli è stato il Barbiere di Siviglia nella storica messa in scena firmata da Filippo Crivelli e da Emanuele Luzzati.
Vere protagoniste della serata sono state le splendide scende realizzate da un artista del calibro di Emanuele Luzzati. Le scene ispirate alla città partenopea dalle maioliche dipinte del Monastero di Santa Chiara ai vicoli tipici di Spaccanapoli e via dei Tribunali, hanno fatto da perfetta corona all’opera Rossiniana che sarebbe potuta essere ambientata tranquillamente nella Napoli settecentesca, città che all’epoca, come oggi, è molto simile alla città andalusa. In questa cornice Santuzza Calì ha disegnato degli splendidi costumi ispirati al ‘700 napoletano, che hanno avuto il culmine nella scena finale con un trionfo di motivi floreali.
All’interno di questa splendida cornice la regia di Filippo Crivelli, qui ripresa da Mariano Bauduin, è stata travolgente per ritmo e dinamismo, rispettando tutti i tempi della commedia, risultando divertente e molto apprezzata dal pubblico.
Presa da questo gioco divertente la compagnia di canto è risultata molto affiatata e compatta, era palese che gli stessi protagonisti erano divertiti da quello che facevano risultando in questo tutti perfettamente credibili all’interno delle parti, riuscendo così a colmare qualche carenza vocale che non veniva per nulla notata.
Ottimo Mario Cassi nel ruolo di Figaro calato perfettamente nel ruolo del deus ex machina, dopo una cavatina un po’ contenuta è andato in crescendo senza mai strafare, splendido nel grande duetto assieme a Géraldine Chauvet che ha dato vita ad una Rosina civettuola e risoluta come il personaggio vuole, ma anche divertente, dotata di una voce molto adatta al repertorio rossiniano.
Di alto livello anche la prestazione di René Barbera nel ruolo del Conte d’Almaviva sia vocalmente e scenicamente e mentre Filippo Morace ha dato vita ad un divertentissimo Don Bartolo, molto apprezzato dal pubblico, sia per la capacità con cui riesce a districarsi fra le agilità vocali di cui la parte è piena sia per la sue capacità sceniche di primissimo livello.
Una nota a parte merita il grande Roberto Scandiuzzi nella parte di Don Basilio. In un ruolo che l’ha visto trionfare nei più grandi teatri del mondo, il basso trevigiano riesce sempre a sfoggiare la sua voce calda ed elegante unita ad una verve ed una freschezza quasi fanciullesca sul palco.
Completavano il cast la Berta di Marilena Laurenza, Fiorello di Francesco Verna ed Ambrogio di Mario Brancaccio.
Unica nota un po’ sottotono è stata la direzione di Maurizio Agostini, troppo lenta in alcuni momenti per poi accelerare all’improvviso. Buona prova dell’orchestra del Teatro San Carlo ed anche del coro preparato da Salvatore Caputo.
Nel complesso una bella serata con un teatro strapieno ed un pubblico molto soddisfatto che ha tributato tantissimi applausi a tutti, a dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno che le messe in scena classiche ed aderenti al soggetto, sono quelle preferite dal grande pubblico.
Bartolo: Filippo Morace
Figaro: Mario Cassi
Rosina: Géraldine Chauvet
Conte d’Almaviva: René Barbera
Don Basilio: Roberto Scandiuzzi
Berta: Marilena Laurenza
Fiorello: Francesco Verna
Ambrogio: Mario Brancaccio
Direttore: Maurizio Agostini
Maestro del Coro: Salvatore Caputo
Regia: Filippo Crivelli (ripresa da Mariano Bauduin)
Scene: Emanuele Luzzati
Costumi: Santuzza Calì
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Domenico Gatto