Teatro Comunale di Bologna, 9 maggio 2014
Il lago dei cigni. Balletto in due atti di Vladimir Begichev e Vasily Geltzer. Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Non c’è balletto più conosciuto, più amato e più rappresentato anche nel mondo della cinematografia de Il lago dei cigni di Čajkovskij. Dopo due anni torna dalla Russia sul palcoscenico del Teatro Comunale, con un’altra compagnia, l’autorevole del Kremlin Ballet di Mosca. Questo corpo di ballo ha sede nel prestigioso nel Palazzo di Stato del Kremlino, insieme allo storico Bolshoj il maggiore teatro di balletto classico della Russia contemporanea e, potremmo dire, di quasi tutta l’Europa. Il Kremlin Ballet è nato nel 1990 su iniziativa di Andrej Petrov, che ne è attualmente direttore artistico e il coreografo di questo Lago dei cigni, quando il Bolshoi Ballet smise di utilizzare il Palazzo del Cremlino per le proprie attività accademiche. In quel momento, Petrov creò una compagnia indipendente, guadagnandosi molti sostegni e la collaborazione di importanti coreografi e danzatori russi. Il maestro Petrov, formatosi professionalmente all’Accademia di Coreografia della Città di Mosca, e perfezionatosi al Bolshoi, ha al suo attivo 16 coreografie per il Kremlin Ballet. Petrov riesce ad unire la tradizione classica della grande tradizione artistica russa con gli aspetti più innovativi della danza contemporanea. Ma è con il balletto classico che il Kremlin Ballet e la felice mano di Petrov si esprimono alla meglio, veri continuatori della tradizione dei balletti russi.
Il Lago dei cigni è il primo dei tre balletti musicati da Čajkovskij; la prima rappresentazione ebbe luogo al Bolshoi nel 1877 e da allora è entrato in pieno nel repertorio della danza di tutti i teatri d’Europa e non solo, divenendo l’emblema del balletto classico.
Esistono diverse letture coreografiche del Lago dei cigni, l’allestimento portato in scena dalla compagnia del Kremlin Ballet invece, è dovuta al maestro Petrov che trae spunto e inserisce ampie pagine di quello storico, firmato nel 1895 da Marius Petipa e Lev Ivanov, la pietra miliare del balletto russo. Il Lago dei Cigni presenta una coreografia tale da permettere ai ballerini di esprimere al meglio le proprie doti artistiche e la grande passione che li lega alla danza; allo stesso tempo, consente allo spettatore di lasciarsi coinvolgere dalla avvincente e fiabesca trama. La scenografia, ad opera di Stanislav Benedictov, concede una lettura molto convenzionale, dove nulla è fuori posto ma dove nulla è originale, se si eccettua la scena del lago, che immerge lo spettatore in una situazione molto onirica in cui un’intensa luce iridescente si riflette sul candore bianco delle donne-cigno, creando un’atmosfera incantata. Indubbiamente però Benedictov ha centrato in pieno il gusto degli spettatori perché, pur nella classica convenzionalità, questa scenografia è stata molto apprezzata e gustata. Il Lago dei cigni danzato dal Kremlin Ballet è un elogio alla “danse d’école”, quella più legata alla tradizione, e per cui i danzatori russi rappresentano una vera punta di diamante.
Glaciali perfetti esecutori, hanno affrontato le difficoltà tecniche del balletto con una delicatezza tale da apparire quasi immateriali. Esemplare la loro purezza di movimenti, la gestualità mimica è elegante e chiara, ma dalla perfezione delle linee sembra apparire poco trasporto emozionale. La morbidezza dei movimenti, vellutata e fluttuante, la plasticità e la continuità di movenze che sembrano sfidare la forza di gravità e la considerevole espressività dei personaggi conquistano il pubblico sin dal primo atto. Tanti i ballerini che si susseguono sulla scena e quasi tutti rigorosamente russi.
Emergono, quasi in modo naturale, i personaggi di Sigfrido, impersonato da Daniil Roslanov e Odette/Odile, una leggiadra Irina Ablitsova, impersonati in modo davvero impeccabile, anche se il Buffone, Kirill Ermolenko, la fa da padrone e ha dimostrato un’ottima tecnica nei giri ed una buona elevazione nelle batterie. La Ablitsova ha saputo dare un’ottima prova: lirica e raffinata nel secondo atto, tagliente e virtuosa nel terzo, addolorata e dolce nel quarto. Magnifici tutti i grand ronds de jambe degli atti bianchi, pulita nei 32 fouettés del cigno nero che ormai anche il pubblico meno esperto si aspetta; in Roslanov ha avuto un ottimo partner pienamente nella parte. Tra i numerosi ballerini possiamo ancora segnalare le interpreti dei Quattro cigni: A. Aslanova, S. Koike, Z. Panisheva e E. Churkina . La loro brevissima variazione è stata un piccolo gioiello di precisione: teste e gambe andavano all’unisono su ogni semicroma.
La direzione del maestro Felix Krieger, che ha diretto in questa occasione l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, è stata efficace e appassionata, riuscendo in pieno a trasmettere i sentimenti che scorrono in questo meraviglioso balletto.
Il Teatro Comunale pieno di un pubblico appassionato anche se a volte troppo, ha apprezzato questo allestimento, tributando molti applausi a scena aperta ai singoli personaggi e ai singoli passi; al termine un’ovazione per il maestro Krieger.
La regina |
Ekaterina Khristoforova |
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Odette – Odile |
Irina Ablitsova |
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Il principe Siegfried |
Daniil Roslanov |
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Il genio del male |
Mikhail Evgenov |
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Il buffone |
Kirill Ermolenko |
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Direttore |
Felix Krieger |
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Coreografia e regia |
Andrej Petrov |
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Scene |
Stanislav Benedictov |
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Costumi |
Olga Poljanskaya |
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Con frammenti dalle |
Marius Petipa, Lev Ivanov e Aleksandr Gorskij |
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Orchestra e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna |
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Allestimento Kremlin Ballett Mosca
Mirko Bertolini