Palermo, Teatro Massimo. 20-21/09/2014
Nello storico allestimento realizzato da Franco Zeffirelli nel 1956 e poi ripreso più volte da Filippo Crivelli esempre con esito trionfale, è andata in scena al Teatro Massimo di Palermo “La fille du régiment” di Gaetano Donizetti.
Il pubblico palermitano, dopo aver visto adattamenti ed ammodernamenti di ogni tipo, ha riaccolto con entusiasmo questa messa in scena tradizionale proposta a più riprese anche al Politeama Garibadli e che non stanca mai né invecchia.
Nel ruolo del titolo, cosa eccezionale, si sono alternate due cantanti palermitane, Desirée Rancatore e Laura Giordano entrambe con esiti ottimi.
La Rancatore, grazie anche al fisico minuto, specie se rapportato al gigantesco Sulpice di Vincenzo Taormina, palermitano DOC pure lui, riesce molto divertente nella caratterizzazione del personaggio; la Giordano ne da una versione altrettanto effervescente, forse più intima. Vocalmente entrambe sono state di altissimo livello, sia nelle parti virtuosistiche e funamboliche nell’acuto, che in quelle più melodiche e delicate, laddove il canto spianato acquisisce la delicatezza e la nostalgia di vena belliniana.
Ottimo il Tonio di Celso Albelo, scenicamente e soprattutto vocalmente, grazie alla padronanza dell’acuto, spinto fino al Re sovracuto, che gli permette di passare indenne i 9 Do dell’aria «A mes amis» del primo atto, laddove Mert Sungu, giovanissimo tenore turco, ha mostrato qualche incertezza.
Nel ruolo di Sulpice, Giorgio Caoduro ha esibito una voce più brillante, da bariton Martin, mentre Vincenzo Taormina ha una voce più drammatica; entrambi ottimi per la grande presenza scenica.
Autentica mattatrice si è rivelata Francesca Franci nel comico ruolo della Marquise de Berkenfield, oltre ad ottime doti vocali, ha unito una verve comica da attrice consumata, che conosce benissimo i tempiteatrali per esempio durante l’accoglienza degli ospiti alla festa, così ben congegnata da Crivelli, è stata resa in modo divertentissimo, così come esilaranti sono stati i suoi dialoghi con Filippo Luna nei panni en travesti della Duchesse de Crakentorp.
Completavano il cast: l’Hortensius di Paolo Orecchia, un notaire di Pietro Arcidiacono, un caporal di Emanuele Cordaro, un paysan di Alfio Marletta ed il Maître de ballet di Giuseppe Bonanno.
Benjamin Pionnier ha diretto bene l’ottima orchestra del Teatro Massimo, sebbene in alcuni momentipreso dall’entusiasmo si sia lasciato andare a degli slanci bandistici.
Una nota di merito spetta al coro del teatro Massimo, sia il comparto maschile, molto impegnato sulla scena nel ruolo del reggimento che da il titolo all’opera, ma anche la parte femminile per come le singole coriste hanno saputo rendere in modo molto efficace scenicamente le caratterizzazioni delle nobildonne che intervengono alla festa finale.
In questo grande merito a Filippo Crivelli che è ancora capace di rendere attuale una messa in scena che gira il mondo da 50 anni, riuscendo sempre a riscuotere grande successo.
Ciò dovrebbe far riflettere i «modernisti» accaniti: chi sa se fra 50 anni rivedremo in scena qualche allestimento dei registi di moda oggi?
Marie Desirée Rancatore 21 Laura Giordano 20
La Marquise de Berkenfield Francesca Franci
La Duchesse de Crakentorp Filippo Luna
Tonio Celso Albelo 21 Mert Sungu 20
Sulpice Vincenzo Taormina 21 Giorgio Caoduro 20
Hortensius Paolo Orecchia
Un notaire Pietro Arcidiacono
Un caporal Emanuele Cordaro
Un paysan Alfio Marletta
Maître de ballet Giuseppe Bonanno
Direttore Benjamin Pionnier
Maestro del coro Piero Monti
Regia Filippo Crivelli
Scene e costumi Franco Zeffirelli
Luci Bruno Ciulli
Assistente del regista Carlo Cinque
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Allestimento del Teatro Massimo
Domenico Gatto