La Finta Semplice. Mozart. Cremona

La-finta-semplice1.Mozart.

Teatro Ponchielli di Cremona

6 dicembre 2013

La Finta Semplice
Dramma giocoso in tre atti KV 51
Libretto originale attribuito a Carlo Goldoni, rielaborato da Marco Coltellini.
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Quando si pensa al repertorio lirico di Mozart, si pensa subito ai grandi titoli della maturità musicale, quelli che compaiono puntualmente nel repertorio dei teatri mondiali. Pochi conoscono La Finta semplice, opera che il grande musicista austriaco, vero enfant prodige, scrisse a soli 12 anni. Commissionata dall’Imperatore Giuseppe II, l’opera fu terminata nel 1768, ma essa poté essere rappresentata solo l’anno successivo non a Vienna, ma a Salisburgo, presso il Palazzo Arcivescovile, dove Mozart aveva già mostrato il suo talento. La Finta semplice è tratta dal dramma giocoso omonimo scritto da Goldoni nel 1764, utilizzando come modello la commedia di Philippe Destouches. Opera molto convenzionale ma musicalmente piacevole, la giovinezza del musicista si sente tutta e non regge il paragone ad altri titoli successivi. In generale tutto il tono dell’opera rientra nell’ambito comico e contiene una serie di arie caratterizzate da alcune raffinate soluzioni compositive, senza particolare originalità creativa e mancanza di adattare la musica al mutato gusto del tempo. La trama si basa sullo stesso tipo d’inganni amorosi e frivolezze del futuro Così fan tutte, senza particolari sorprese, ma nulla di più. E nulla di più che banalità è la regia di Elisabetta Courir. Su un palcoscenico completamente vuoto, rivestito solo da teli bianchi si muovono i personaggi, nel nulla, non facendo nulla. Nulla che indichi una collocazione temporale o geografica, nulla che identifichi i personaggi se non la pseudo giacca militare di Simone. I personaggi stessi non hanno una precisa connotazione psicologica e corrono per il palcoscenico senza una meta. Ovviamente un’assenza di ogni riferimento e di qualsiasi elemento deve essere supplito da qualcosa, se si vuol dare un senso alla vicenda. Ecco allora che la regista ha avuto una trovata veramente “originale”, inserire una voce narrante che tra un recitativo e un’aria, un duetto e una melodia racconta la vicenda. Il risultato è molto fastidioso e invasivo, una continua frattura che infastidisce non poco e che fa chiedere al pubblico cosa sia venuto a vedere. Perché in effetti sembra di assistere ad una di quelle produzioni ideate per le scolaresche, che interpolano il testo e il genere lirico a favore di un pubblico di ragazzini. Ma qua si tratta di un’opera in un cartellone di stagione lirica! Lo hanno dimostrato gli spettatori che se ne sono andati a metà del primo atto indignati. Pochi i momenti felici, senza dubbio gli effetti di luce firmati da Giuseppe Ruggiero: i colori tenui per l’alba, i colori vivaci e le sagome proiettate di una finestra ecc. sono stati emozionanti. L’intenzione originale di dare all’opera un’idea di fresca giovinezza per un compositore adolescente, si trasforma in movimenti più adatti ad un musical. Nel complesso una regia discutibile e vacua, che al già visto unisce la banalizzazione del testo musicale.

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Il maestro Salvatore Percacciolo ha diretto l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano in modo convincente, dandone una lettura brillante e ariosa, riuscita specialmente nella Sinfonia d’inizio. È riuscito con polso a tenere un giusto equilibrio tra orchestra e palcoscenico, peccato che alcuni cantanti non rispondessero alla sua guida.

Salome Jicia è stata una grande Rosina. La bella vocalità si è messa in luce nelle arie del personaggio; sicura, dal bel timbro, pienamente nel personaggio. Brava.

Andrea Concetti riveste il ruolo di Don Cassandro. La grande professionalità e la voce sicura e brunita lo immergono pienamente nel personaggio. Ottima prova.

Elena Belfiore in Giacinta convince scenicamente ma appare insicura nel canto e la voce pecca di emissione.

Più che discreta la Ninetta di Bianca Tognocchi, acuti corretti, voce cristallina ed esuberanza scenica.

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Matteo Mezzaro in Fracasso, pur nell’agilità della prestazione attoriale e della bella presenza scenica, ha dimostrato una bella voce gradevole, ma non sempre precisa e con fluida emissione.

Negativa la prova di Raoul D’Eramo in Don Polidoro. Canto insicuro, impreciso, poco intonato…

Gabriele Nani in Simone ha denotato una certa imprecisione negli attacchi.

Annagaia Marchioro era la stentorea voce narrante. Brava come attrice, peccato che il suo ruolo stridesse con l’opera.

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Lodevole l’iniziativa del Teatro Ponchielli di riempire la serata con le scolaresche, che però andrebbero educate, soprattutto quando la serata non è riservata a loro, poiché il risultato è stato un fastidioso brusio e chiacchiericcio continuo per tutto lo spettacolo. Oltre alle scolaresche e a diversi posti vuoti, le poche persone presenti hanno mostrato perplessità sullo spettacolo, sulla regia e su alcuni cantanti, tributando però applausi decisi e calorosi a Salome Jicia e a Andrea Concetti. Spettacolo deludente, Mozart avrebbe meritato altro…

Rosina                                  Salome Jicia
Don Cassandro                  Andrea Concetti
Don Polidoro                      Raoul D’Eramo
Giacinta                               Elena Belfiore
Ninetta                                 Bianca Tognocchi
Fracasso                              Matteo Mezzaro
Simone                                 Gabriele Nani
Narratrice                            Annagaia Marchioro
Direttore                               Salvatore Percacciolo
Regia                                     Elisabetta Courir
Scene                                     Francesco Arrivo
Costumi                                Anna Cavaliere
Light Designer                    Giuseppe Ruggiero

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo

Mirko Bertolini