Farsa comica in un atto
Libretto di Giuseppe Foppa
Soggetto spassoso da farsa teatrale La scala di seta è una delle opere ad atto unico della giovinezza di Rossini.
Narra di Giulia, pupilla del vecchio Dormont, che essendo innamorata del bel Dorvil si è segretamente sposata con lui, grazie al favore ed alla bontà di una vecchia zia. Dormont non sospetta nulla, dato che gli incontri dei due amanti avvengono senza che lui possa vederli, poiché Dorvil sale di notte in camera di Giulia grazie ad una scala di seta. A complicare però l’intimità degli amanti sono l’impiccione Germano, servo buffo, la curiosa cugina Lucilla ed il fidanzamento combinato da Dormont tra la pupilla e il facoltoso Blansac. Giulia, preoccupata, cerca di far innamorare quest’ultimo della cugina, mentre Dorvil avvampa di gelosia: Lucilla e Blansac si innamorano, ma Germano continua a fare confusione tra le coppie, mandando quasi a monte i piani di Giulia.
Involontariamente il servo sente i lamenti di Giulia, delusa dalla reazione di Dorvil, e scopre che, col favore delle tenebre, la ragazza attende un uomo, che fa salire tramite una scala di seta nella sua stanza. Germano equivoca una volta di più e si convince che l’ospite di Giulia sia Blansac. Subito narra la novità a Blansac e a Lucilla che, indispettita, si mette a spiare l’incontro, cui attende anche il curioso Germano. Giunge mezzanotte, e Giulia appresta la scala dalla quale Dorvil sale nella sua camera. La ragazza non fa in tempo a rassicurarlo della propria fedeltà, che dalla scala giunge anche Blansac. Dorvil si nasconde immediatamente, ma anche Blansac deve fare subito lo stesso perché il tutore, accortosi della scala penzolante dal balcone, è su tutte le furie. Dormont scopre a uno a uno tutti i convenuti nei rispettivi nascondigli. A Dorvil e Giulia non resta che confessare il loro matrimonio che, avvenuto con il consenso della zia, anche Dormont deve benedire, mentre Blansac si dichiara contento di prendere in moglie Lucilla.
Trama spassosa dal ritmo vertiginoso che si presta bene alla trasposizione registica di Damiano Michieletto e soprattutto all’ambientazione d’appartamento che Paolo Fantin cha creato con un gioco di specchi che permette di vedere la scena anche dall’alto e non solo frontalmente grazie anche alle ottime luci di Alessandro Carletti.
Ma se ad una regia che, seppure in versione contemporanea, ha cercato di tenere i ritmi ed i tempi della farsa rossiniana si affianca una direzione d’ orchestra dai tempi lenti e stanchi, si capisce che questa operazione in cui si doveva dare risalto ai giovani cantanti dell’accademia scaligera è fallita. Christophe Rousset, che è ottimo direttore di musica barocca, ha avuto il grande merito di rendere noioso uno dei giochi scenici più divertenti di Rossini per il quale ha costruito una musica frizzante il cui centro è il grande quartetto, vero preludio di quello che sarà uno dei momenti più alti della musica rossiniana: il finale del primo atto dell’Italiana in Algeri.
Paolo Bordogna, al suo debutto scaligero, nel ruolo di Germano è stato il grande trionfatore della serata, con la sua grande presenza scenica e la vocalità perfetta per la parte ha reso a pieno il carattere del personaggio.
Mentre sottotono è apparso Dorvil di Maxim Mironov.
Buona prova di Ludmilla Bauerfeldt nel ruolo della protagonista Giulia.
Buone anche le prestazioni di Valeria Tornatore nel ruolo di Lucilla, Mikheil Kiria nel ruolo di Blansac e di Jaeyoon Jung nel ruolo del tutore Dormont.
Una bella presentazione per i ragazzi dell’Accademia anche se il tutto è stato inficiato da una direzione orchestrale pachidermica.
Un’ ultima considerazione va fatta sulla politica dei biglietti. Per dare visibilità a questi giovani interpreti non sarebbe forse il caso in queste occasioni di abbassare il prezzo del biglietto piuttosto che vedere il teatro semivuoto come è stato?
Dormont Jaeyoon Jung
Giulia Ludmilla Bauerfeldt
Lucilla Valeria Tornatore
Dorvil Maxim Mironov
Blansac Mikheil Kiria
Germano Paolo Bordogna
Maestro al fortepiano Luca Marcossi
Direttore Christophe Rousset
Regia Damiano Michieletto
Scene e costumi Paolo Fantin
Luci Alessandro Carletti
In collaborazione con Accademia Teatro alla Scala.
Allestimento del Rossini Opera Festival di Pesaro
Domenico Gatto