Teatro San Carlo, Napoli, 11 ottobre 2014
La nota dominante di questa produzione dell’Elisir d’amore al San Carlo è fuor di dubbio l’ambientazione, voluta dal regista, nel più classico dei presepi napoletani settecenteschi. Da questo punto di vista, la trasposizione è stata perfetta: le scene, i costumi, i colori, le luci, e soprattutto i riconoscibilissimi personaggi della natività in chiave partenopea hanno costituito dei tableaux vivants che erano un riferimento diretto alla tradizione del presepe napoletano.
Ogni dettaglio era una palese citazione, filologicamente curatissima: la casetta col balconcino, la locanda, l’arco sbreccato, le provole, l’ aglio e le spighe di mais appesi ai muri; e poi l’abbigliamento degli abitanti del villaggio e dei soldati di Belcore, i personaggi tradizionali di presepi che è stata una celebre forma d’arte a Napoli nei secoli scorsi, tuttora tenuta in grande pregio.
Il regista Direttore Riccardo Canessa ha operato così una credibile, gioiosa trasposizione dal villaggio basco originale immaginata dal librettista Felice Romani, di un’opera che è una delle più eseguite, celebre come poche, in cui la splendida musica di Donizetti mette insieme una tenera storia d’amore e una commedia divertente.
E in realtà si tratta di un capolavoro del teatro lirico: l’amore di Nemorino per Adina si esprime attraverso pezzi lirici, tra cui una delle arie più amate di tutto il repertorio lirico, «Una furtiva lagrima»; e scena dopo scena, i sentimenti della irriverente Adina verso Nemorino cominciano a cambiare, con Dulcamara che blatera incessantemente e Belcore con la sua presunzione e vanagloria.
Quest’affascinante produzione è piena di vivace umorismo, dal goffo corteggiamento di Nemorino al bizzarro carro da cui Dulcamara vende i suoi rimedi fasulli, a Belcore e i suoi inverosimili coscritti.
Nel cast dei cantanti, Leonardo Cortellazzi è stato un Nemorino convincente, con una voce garbata ma autentica. L’applauso per il suo più che soddisfacente «Una furtiva lagrima» non è stato di quelli da far tremare il teatro, forse perché la sua esecuzione mancava di un po’ di profondità. Il tenore, all’inizio appariva troppo controllato nella sua interpretazione, ma poi ha brillantemente superato le cautele e ha messo in mostra una voce morbida ma precisa e raffinata, con un sempre maggiore coinvolgimento emotivo: forse solo un dubbio rimane quanto al timbro troppo leggero, che era difficile sentire nelle parti in cui cantava con il coro.
La Adina di Grazia Doronzio ha impressionato per la tecnica, la voce chiara e ben modulata nelle colorature, e la dizione precisa: un vero soprano leggero. Ha mostrato una presenza scenica sicura e ha gestito in modo efficace i cambiamenti progressivi di umore del suo personaggio, dall’arrogante e crudeltà verso Nemorino, a momenti di tenera rivelazione dei suoi sentimenti, per mezzo di un robusto temperamento drammaturgico.
Mario Cassi come Belcore ha giocato il ruolo del soldato millantatore e sciupafemmine con efficacia da caratterista, in linea con la figura descritta da Donizetti e Felice Romani. Ha mostrato un’interessante impronta vocale, rotonda e ben articolata nei suoni, per descrivere l’atteggiamento compiaciuto del personaggio.
Nicola Alaimo è stato un Dulcamara quasi perfetto: ha recitato in modo accattivante, caricando consapevolmente il personaggio ma senza scadere nella macchietta, mostrando grande sensibilità per le sfumature suggerite dalla partitura.
Il direttore Giuseppe Finzi, uno dei più promettenti giovani direttori in America e in Europa, ha interpretato l’opera di Donizetti, tenendo in primo piano gli aspetti lirico-sentimentali della partitura, ben supportato da una orchestra vivace e responsiva e da un coro in serata di grazia.
Grazia Doronzio, Adina
Leonardo Cortellazzi, Nemorino
Mario Cassi, Belcore
Nicola Alaimo, Dulcamara
Marilena Laurenza, Giannetta
Direttore Giuseppe Finzi
Maestro del Coro Salvatore Caputo
Regia Riccardo Canessa
Costumi Artemio Cabassi
Scene Poppi Ranchetti
Luci Carlo Netti
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Allestimento Fondazione Arena di Verona 2003
Lorenzo Fiorito