Teatro dell’Opera di Firenze, 30 ottobre 2014
Preceduta dal balletto contemporaneo La Luce nel tempo, su musica di Franz Joseph Haydn e con Coreografia di Francesco Nappa, il Teatro dell’Opera di Firenze ripropone un successo del Maggio Musicale del 2008, Cavalleria Rusticana per la regia di Mario Pontiggia e con scene e costumi di Francesco Zito. L’allestimento ha dimostrato di essere ancora bello e sempre attuale, fresco e fruibile al pubblico. Tradizionale nel senso più bello del termine, in cui nulla è lasciato al caso, nulla è opposto all’idea dell’autore, ma tutto concorre al bello visivo e di una corretta visione dei personaggi. L’opera si avvale di una unica scena fissa che riporta alla piazza di un piccolo paese collinare della Sicilia di fine ottocento; suggestiva la vista panoramica che si gode dalla terrazza della piazza stessa, verso una ignota vallata verdeggiante. La scena è poi dominata dalla fiancata di una maestosa chiesa, vero centro del paese, sia dei sentimenti che della fede di questa popolazione contadina, proprio come la pensò lo stesso Verga nella sua novella. A destra invece un gruppo di case, tra cui quella di Mamma Lucia e di Lola. Nella scena si muove il popolo rusticano nel giorno di Pasqua, con la sua fede ma anche con le sue bassezze, come la maldicenza della disonorata Santuzza che è allontanata da questa realtà arcaico/religiosa. Ne risulta uno spettacolo bello, lineare, raffinato ed elegante.
La direzione del maestro Giampaolo Bisanti, alla guida di una Orchestra del Maggio decisamente in forma, è passionale ed espressiva; attento alla coesione d’insieme e al rapporto canto – orchestra. Raggiunge l’apice nell’Intermezzo, vero momento clou di tutta l’opera.
La Santuzza di Luciana D’Intino mostra un’intensità drammatica notevole; la sua voce è profonda e a tratti scura, quasi come il personaggio che interpreta. Sicura e volitiva, non sempre riesce a tessere il ruolo, pur eccellendo in più parti. La sua forte personalità sembra coprire completamente la Mamma Lucia di Cristina Melis. La Melis realizza un personaggio molto intimo e al tempo stesso delicato. Ma non emerge nel complesso.
Sergio Escobar è un Turiddu ben temprato, con un ottimo strumento vocale che riesce a dominare e a sorprendere: bel colore e bel timbro, spicca per la freschezza canora. Più maturo e disinvolto Alberto Mastromarino in Compare Alfio. Il ruolo gli è congeniale e per questo mostra una grande sicurezza scenica e vocale; bel timbro pieno e naturalmente esteso di baritono, di consistente volume e di dizione chiarissima.
Estroversa e giovane, ma di belle aspettative la Lola del mezzosoprano Martina Belli.
Impeccabile il Coro del Maggio diretto e preparato dal maestro Lorenzo Fratini.
Applausi per tutti dal folto ed eterogeneo pubblico che gremiva il Teatro dell’Opera, tra cui moltissimi giovani, segno che le belle produzioni riescono ancora ad appassionare le nuove generazioni.
Santuzza Luciana D’Intino
Turiddu Sergio Escobar
Compar Alfio Alberto Mastromarino
Lola Elena Traversi
Mamma Lucia Cristina Melis
Direttore Giampaolo Bisanti
Regia Mario Pontiggia
Scene e costumi Francesco Zito
Luci Gianni Paolo Mirenda
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
Mirko Bertolini