Teatro Comunale di Firenze 20 novembre 2013
Melodramma giocoso in due atti di Felice Romani,
dalla commedia Le Philtre di E. Scribe
Incomprensibilmente il Teatro del Maggio Fiorentino, in un momento di grave crisi di questa autorevole e importante istituzione, ha proposto L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, in un allestimento di Rosetta Cucchi, datato 2010 e proveniente dal Teatro Comunale di Bologna, che già all’epoca venne accolto con molte critiche. La Cucchi rivista in modo eclatante l’opera donizettiana. Nell’idea utopica di voler avvicinare in un modo originale i giovani alla lirica, allestisce un Elisir d’amore modello musical, ambientato in una scuola americana, sul modello di Grease o Fame; idea non nuova e che purtroppo rivede completamente il concetto di opera lirica stessa. I personaggi subiscono il medesimo stravolgimento: Nemorino diventa il classico nerd, preso in giro dai compagni e senza amici, rifiutato da Adina, che appare non più come la ricca contadina letterata, ma come una teenager a capo delle locali cheerleader. Dulcamara, che compare in scena con moto tipo chopper al posto del carretto pieno dei famosi preparati, è un attempato hippie che invece di vendere il magico liquore spaccia marijuana e alcool ai giovani studenti, impersonati dal coro, travestito da improbabili punk. Infine Belcore, da capitano del reggimento è trasformato in capo di una gang. Ovviamente non mancano professori, bidelle che suonano le campanelle di inizio lezione, poliziotti che ispezionano la classe, ecc. Della romantica storia d’amore e della sottile comicità che la attornia non se ne respira neppure l’aria. La regia è tutta volta a riempire di trovate fatte puramente per provocare e ribaltare completamente il libretto, che ci si chiede più volte che fine abbia fatto. Il tutto potrebbe anche andare liscio, se i vari rimandi del libretto ad una realtà diversa da quella sul palcoscenico svilisca la credibilità dello spettacolo e sfoci spesso nel ridicolo e nello sguaiato giovanilismo ormai fuori moda. Inoltre ad un certo punto le idee brillanti sembrano scomparire e tutto va avanti per forza d’inerzia, nell’indolenza e noia fino alla fine. Questa attualizzazione, che non ha nulla di nuovo, non solo si prende eccessive libertà, ma non accompagna – com’è l’intento della regista – il pubblico dentro l’opera, ma l’allontana insindacabilmente.
Belle però le scene di Tiziano Santi, accompagnate dai costumi da teenager di Claudia Pernigotti.
La direzione del maestro Giuseppe La Malfa, alla guida dell’Orchestra del Maggio, non è stata molto convincente ma piuttosto piatta, lenta e poco brillante. Il suo sforzo di amalgamare orchestra e voci è risultato spesso vano e in alcuni casi l’eccessiva sonorità ha coperto le voci.
Cast molto giovane e poco incisivo.
L’Adina di Auxiliadora Toledano è debole, nonostante rientri in pieno nel personaggio creato dalla Cucchi. Troppe le frasi spezzate da problemi di fiato, La voce si lascia sopraffare dalla musica, emergendo raramente. Qualche momento felice nel duetto finale Prendi, per me sei libero.
Voce leggera, ma nella parte, il Nemorino di Alessandro Scotto di Luzio. Omogeneo, voce elegante e sicura, avrebbe dovuto mettere più pathos nell’aria Una furtiva lagrima.
Julian Kim ha ricoperto il ruolo di Belcore. La voce è morbida e sonora, gradevole; riesce ad essere pienamente nella parte e ad essere la voce migliore della serata.
Giulio Mastrototaro dà vita ad un Dulcamara poco credibile. Però la voce del baritono è piacevole, anche se ha presentato momenti di incertezza.
Buona la prova del Coro del Maggio, diretto dal maestro Lorenzo Fratini.
Pochissimo pubblico al Comunale, composto prevalentemente da scolaresche, ha applaudito tutto e sempre. Purtroppo siamo lontani anni luce dagli standard di pochi anni fa. Speriamo che il Teatro del Maggio sappia come una fenice risorgere dalle ceneri di questo oscuro periodo, per tornare ad essere un faro della lirica europea con spettacoli di vero spessore culturale.
Adina Auxiliadora Toledano
Nemorino Alessandro Scotto Di Luzio
Belcore Julian Kim
Dulcamara Giulio Mastrototaro
Giannetta Elena Borin
Direttore Giuseppe La Malfa
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Regia Rosetta Cucchi
Scene Tiziano Santi
Costumi Claudia Pernigotti
Luci Daniele Naldi
Video proiezioni Roberto Recchia
Direttore del coro Lorenzo Fratini
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Allestimento del Teatro Comunale di Bologna
Mirko Bertolini