
Per celebrare i 50 anni di Carriera di Leo Nucci la Fondazione dei Teatri di Piacenza ha realizzato uno spettacolo dal titolo Avrò dunque sognato, nel quale il grande baritono interpreta alcuni dei personaggi che lo hanno visto trionfare nei più prestigiosi teatri.
Uno spettacolo che lungi dalla semplice celebrazione, rappresenta per il protagonista un vero tuor de force, in quanto contiene all’interno una delle caratteristiche che hanno fatto si che Nucci sia amato in tutto il mondo: il non risparmiarsi e darsi al pubblico con generosità.
Congegnato da Salvo Piro, con l’idea del teatro nel teatro, al centro del palco infatti campeggia il camerino di Leo Nucci dove il cantante si prepara per andare in scena. Tema portante sono delle lettere di Giuseppe Verdi che il protagonista legge durante le pause che vi sono nelle scene cantante.
Il grande Baritono è stato affiancato dai giovani che negli anni hanno partecipato al progetto Opera Laboratorio che la fondazione dei teatri di Piacenza ha organizzato in questi anni accanto a Nucci.
La splendida Maria Mudryak ha quindi dato vita ai personaggi di Luisa Miller, Oscar e Gilda, palesando un’ottima freschezza scenica unita ad una vocalità di prim’ordine.
Ottima anche Clarissa Costanzo che ha dato vita alle Amelie verdiane: sia quella del quarto atto del Ballo in Maschera, cantando una vibrante “Morrò ma prima in grazia”, sia quella del concertato del secondo atto del Simone Boccanegra che ha concluso lo spettacolo.
Accanto a loro si sono distinti tenore Marco Ciaponi, che ha interpretato prima il Rodolfo della Luisa Miller e nella seconda parte il Duca di Mantova del Rigoletto, cantando un’appassionata “Ella mi fu rapita” ed il basso Cristian Saitta che ha interpretato il ruolo del perfido Wurm della Luisa Miller e di Tom del Ballo in Maschera.
Bene hanno fatto anche il basso Nicolò Donnini, il baritono Simone Tansini, l tenori Alessandro Viola, e Julius Loranzi ed i soprani soprani Federica Gatta e Leonora Tess.
Al centro di tutto il carisma di Leo Nucci, artista di cui ormai si sprecano le lodi e che conserva ancora un freschezza ed una vocalità che visto il passare degli anni sa quasi di miracoloso. Grazie alla sua straordinaria arte non ha avuto problemi dal passare da Miller al Renato del Ballo in Maschera a Rigoletto per concludere col Simone Boccanegra. Interpretando le grandi scene di queste opere in uno sforzo che raramente si può avere in una messa in scena tradizionale.
Ottima è stata anche la direzione di Aldo Sisillo, ottimamente seguito dall’Orchestra dell’Opera Italiana, così come ottimo si è dimostrato il Coro del Teatro Municiapale di Piacenza preparato da Corrado Casati.
Molto suggestivi i costumi di Artemio Cabassi che alla fine ha anche realizzato un défilé vestendo sia le coriste che le cantanti soliste con le sue creazioni da sera.
Un plauso speciale va alla direttrice artistica Cristina Ferrari ed alla sovrintendente Angela Longeri che hanno voluto realizzare questo progetto e che fanno si che Piacenza sia sempre un luogo dove la qualità artistica trionfa.
Domenico Gatto