Maria de Rudenz. Donizetti. Bergamo

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Dramma tragico in tre parti di Salvadore Cammarano
Revisione sull’autografo a cura di Alberto Sonzogni
Fondazione Donizetti

Al teatro Teatro Donizetti per il Bergamo Musica Festival è andata in scena una delle opere meno rappresentate del grande compositore bergamasco: Maria di Rudenz.
Dramma tragico in tre parti, musicato da Gaetano Donizetti tra l’ottobre e il dicembre 1837, su libretto di Salvatore Cammarano, tratto da la Nonne sanglante, andato in scena a Parigi nel 1835, di Anicet Bourgeois. Maria de Rudenz venne rappresentato per la prima volta a Venezia, al Teatro la Fenice, il 30 gennaio 1838.
Nella Svizzera del  XV secolo Corrado Wadorf è innamorato di Maria ma, al rifiuto del padre di lei alle nozze, la rapisce, portandola in Italia dove però, sospettandola infedele, la abbandona nelle catacombe romane, e per questo viene creduta morta. Il padre di Maria, morto di dolore, designa erede la nipote Matilde, ma alla condizione di attendere per un anno il rientro di Maria.

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Il primo atto narra di Corrado che tornato in Svizzera sotto falso nome, è intenzionato a sposare l’amata Matilde; di Matilde però è innamorato anche Enrico fratello di Corrado, che è combattuto dall’amore fraterno e dalla gelosia. Inaspettatamente compare Maria, dedita ad espiare le sue colpe in convento, e a pregare sulla tomba del padre. Maria viene riconosciuta dal fido Rambaldo, il quale le rivela che il suo amato Corrado sta per sposare Matilde. Furiosa irrompe durante la lettura del testamento ordinando a Matilde di rinchiudersi in convento e cacciando Corrado.
Nel  secondo atto Maria che ama ancora l’uomo che ha tentato di ucciderla credendola infedele,  tenta di riottenerlo al suo fianco: rassicura Enrico sul fatto che potrà sposare l’amata Matilde e rivela a Corrado di conoscere l’infamante segreto della sua nascita, dato che è figlio dell’assassino Ugo di Berna. Se Corrado accetterà di sposare Maria, il suo segreto sarà al sicuro: l’uomo rifiuta e Maria promette di assassinare Matilde. Corrado però, in un estremo tentativo di dissuasione, pugnala Maria. Morente, la donna lo scagiona dicendo di essersi suicidata.

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Nel terzo atto, morta Maria, Corrado può sposare Matilde, ma Enrico (venuto a conoscenza del segreto di Corrado e folle di gelosia) sfida a duello colui che aveva sempre ritenuto essere suo fratello, rimanendo ucciso. Mentre Corrado si avvia alla stanza nunziale ode un gemito e vede lo spettro di Maria: in realtà la donna è viva e benché ferita a morte  approfitta delle ultime forze per uccidere la rivale e  poi stracciare le bende che ricoprivano la ferita infertale da Corrado e morire dissanguata dichiarando ancora una volta il suo amore all’uomo, oppresso dai rimorsi.
L’opera, che all’epoca fu uno dei fiaschi più colossali di Donizetti, a causa di una trama molto violenta che al giorno d’oggi potremmo definire di stalking, presenta però una musica molto interessante, segno che il soggetto pulp ben si adattava alla mentalità del compositore che disse “Voglio amore e amor violento”. La partitura ricca di pagine interessanti, che poi saranno saccheggiate dallo stesso Donizetti per le opere successive Poliuto in primis, è stata resa in modo eccellente dalla direzione di Sebastiano Rolli.
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Maria Billeri ha reso in modo straordinario il personaggio di Maria, grazie ad una voce che ha flessibilità adatta alla partitura capace di rendere appieno il carattere isterico della protagonista che passa da momenti idilliaci a momenti di perfidia in un istante. Bravissima anche a livello scenico con una presenza quasi satanica che fa risaltare l’instabilità e la perfidia di questa dark lady ante litteram.
Dario Solari grazie ad una bella presenza scenica è riuscito a rendere un Corrado umano, vittima prima della protagonista, nonostante qualche lacuna dal punto di vista vocale.
Eroico Ivan Magrì ha dato voce ad Enrico, nonostante fosse bloccato su una sedia a rotelle a causa di un attacco di cervicale avuto durante la prova generale.

Gilda Fiume è stata una buona Matilde così come buona è stata la prestazione di Gabriele Sagona nel ruolo di Rambaldo. Completava il cast Francesco Cortinovivs nel ruolo del cancelliere.

Francesco Bellotto ha costruito una buona regia che strizza l’occhio alla serie TV American Horror Story con Maria, novella Jessica Lange, suora sadica che sevizia il paziente Corrado in preda a visioni e rimorsi. Unica pecca la scena:  troppe scale che i cantanti hanno dovuto salire e scendere troppe volte senza che se ne capisse il motivo.
Ottima prova dell’orchestra e del coro Bergamo Musica Festival.
Alla fine grandissimo trionfo per tutti soprattutto per Maria Billeri che ha ricevuto delle autentiche ovazioni.
Speriamo di rivedere questo titolo in altri teatri anche in quelli più importanti.

Maria de Rudenz – Maria Billeri
Matilde di Wolf – Gilda Fiume
Corrado Waldorf – Dario Solari
Enrico, suo fratello – Ivan Magrì
Rambaldo – Gabriele Sagona
Un cancelliere – Francesco Cortinovis
Maestro concertatore e Direttore d’Orchestra – Sebastiano Rolli
Regia – Francesco Bellotto
Scene e Costumi – Angelo Sala
Luci – Claudio Schmid
Orchestra e Coro del Bergamo Musica Festival
Direttore del coro Fabio Tartari

Nuova produzione Bergamo Musica Festival
Prima esecuzione della Nuova Edizione Fondazione Donizetti

Domenico Gatto