Maria Stuarda. Donizetti. Florencia

80° Maggio Musicale Fiorentino

Teatro Comunale di Firenze

20 giugno 2013

Tragedia lirica in due atti

Su libretto di Giuseppe Bardari, tratto dall’omonima opera di Friedrich Schiller

In forma di concerto

Una conclusione ottimale e di grande respiro per l’80° Maggio Musicale Fiorentino con una Maria Stuarda che ha visto come protagonista indiscussa colei che al giorno d’oggi ha maggiormente incarnato scenicamente il personaggio donizettiano: Mariella Devia, se non che questa Stuarda è stato il canto del cigno del prestigioso Festival musicale.

Il giorno stesso dell’esecuzione è stata data comunicazione ufficiale che il Maggio Musicale chiude dopo ottanta anni di successi e di memorabili pagine della storia musicale italiana e internazionale. Il Teatro del Maggio musicale fiorentino si avvia pertanto verso una liquidazione. Per la prima volta nella storia delle Fondazioni liriche italiane si apre dunque la strada della cessazione dell’attività come strumento per tentarne il salvataggio. La liquidazione è l’unica alternativa alla chiusura, e permetterà di pensare a un rilancio del Maggio musicale nell’arco di più anni, ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Il Maggio, commissariato già dal 2010, con un debito di oltre 35 milioni di euro e con un organico sovradimensionato non può avere futuro. Liquidazione coatta amministrativa quindi. Con la liquidazione che il ministro della cultura italiano Massimo Bray deve ora rendere operativa, gli attuali amministratori potranno partire scegliendo di liquidare completamente il Maggio aspettando la nascita di una nuova fondazione oppure tagliare i settori annunciati (amministrativi, laboratori, MaggioDanza) procedendo in esercizio provvisorio. Il problema non è solo riportare il bilancio in pareggio, ma fare in modo che l’azienda possa ripagare l’oneroso debito. Cosa prospetterà il futuro? Nulla di chiaro se non un vento di tempesta sulla musica lirica italiana.

Questa Maria Stuarda, che poteva gettare una ventata di ossigeno sull’agonizzante Festival, non è riuscita nemmeno a ridare la fiducia per un futuro prossimo. Già pensata per una versione scenica con diverse serate, il ridimensionamento forzato del programma del Maggio non solo ha portato a due le rappresentazioni, ma ha costretto a trasformarla in una versione in forma di concerto. L’aria di pessimismo e di ruina che aleggia nel Teatro fiorentino con annessi tagli  fragorosi ha senza dubbio condizionato il pubblico, vista la scarsità di presenze per uno spettacolo che rimaneva senza dubbio di altissimo livello visto anche la presenza di una diva del bel canto come Mariella Devia che di Maria Stuarda ha fatto il suo cavallo di battaglia.

Mariella Devia è stata una incomparabile regina di Scozia. Ben poco rimane da dire in merito! Rimane sempre difficile esprimere le emozioni che il grande soprano ligure trasmette soprattutto nella preghiera e nella scena finale. Come non ricordare in una serata di addio come quella le presenze significative della Devia a Firenze, come nella Anna Bolena dello scorso anno, oppure in Parisina, che contribuì a togliere dall’oblio! Anche in questa serata la Devia si è rivelata essere la grande cantante che noi tutti conosciamo, con il bel timbro, la splendida linea vocale, il giusto legato, il controllo del fiato e la morbidezza degli acuti;  esemplare la sua padronanza della coloratura e il suo legame con il personaggio, pur non trattandosi di una opera scenica.

Molto valido il rimanente cast.

La Elisabetta di Laura Polverelli si è rivelata molto brava con una voce giovanile e flessuosa, di gradevole suono e vocalità; partita dal repertorio barocco è riuscita egregiamente e con grande flessibilità a sostenere anche il repertorio del bel canto, dimostrando anche carattere e sicurezza.

Buona voce da tenore leggero, Shalva Mukeria ha dato prova di essere un più che discreto Leicester.

Valida interpretazione anche per Gianluca Buratto, basso profondo dal bel timbro rotondo in grado di adempiere egregiamente al ruolo di Talbot.

Sufficiente la prova di Vittorio Prato: buon fraseggio, buona dizione. Il suo Cecil mancava però di quella truce autorevolezza del personaggio, certamente la prova in forma di concerto non aiutava.

Corretta l’Anna di Diana Mian

Valida l’esecuzione del Coro del Maggio Musicale Fiorentino preparato dal maestro Lorenzo Fratini

Sul podio il maestro Alain Guingal, alla guida di un’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino che ha dato il meglio di sé. Corretta e coerente la mano del maestro nella direzione di quest’opera che in forma di concerto, purtroppo, perde tantissimo della sua potenza trascinante ed emotiva!

Peccato per la grande quantità di posti vuoti, la qualità dello spettacolo meritava ben altro. Pubblico entusiasta, ovazioni per la Devia e caldi applausi per il resto del cast.

Maria Stuarda                      Mariella Devia

Elisabetta                            Laura Polverelli

Leicester                             Shalva Mukeria

Talbot                                 Gianluca Buratto

Cecil                                   Vittorio Prato

Anna Kennedy                     Diana Mian

 

Direttore                           Alain Guingal

Maestro del Coro                Lorenzo Fratini

 

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Mirko Bertolini