Nabucco. Verdi. Bologna

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Teatro Comunale di Bologna 22 ottobre 2013

Dramma lirico in quattro parti, libretto di Temistocle Solera

Dopo il Macbeth onirico di Wilson che ha aperto la stagione lirica 2013, altro titolo verdiano in chiusura per il Teatro Comunale di Bologna, che festeggia così il bicentenario del Maestro di Busseto. Un Nabucco che data 2006, anno in cui il Teatro bolognese lo propose dopo cinquant’anni e che affidò alle mani del regista, attore, filosofo giapponese, ormai naturalizzato francese, Yoshi Oida. Un titolo talmente noto e amato dal pubblico italiano – specialmente per il coro Va pensiero sull’ali dorate – che ha ben giustificato il tutto esaurito per quasi tutte le sette date. L’allestimento di Oida lascia, come sette anni fa, un po’ sgomenti per l’approccio originale ma troppo metafisico e intellettualistico, che indubbiamente stride con la verve genuina e autentica della partitura verdiana. Manca un vero impianto scenico e i cantanti si trovano imprigionati in costumi di taglio nipponico e che rimandano ai fumetti giapponesi, difficili da gestire e che costringono gesti e movimenti troppo ingessati. La stessa decisione di porre il coro fisso e fermo su gradinate da stadio (unico lusso alla scena), oltre ad essere un’idea obsoleta, risulta altamente limitante, in un’opera in cui il coro ha una funzione da protagonista e non solo di contorno. Gli stessi “riti” compiuti in scena, oltre ad essere di una comicità imbarazzante (come il pseudo balletto dei mimi nel terzo atto), non fanno altro che creare una certa incomprensione da parte dello spettatore. La voluta – riteniamo – gestualità minimalista dei cantanti non può che stridere davanti all’incedere della musica appassionata di Verdi, riducendo tutto ad uno spettacolo statico e a volte comico. Fortunatamente un cast di buon livello ha risollevato le incerte sorti di un allestimento non troppo felice come al suo debutto sette anni fa.

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La stessa scena del Va pensiero sull’ali dorate viene salvata solo dalla bravura del Coro bolognese, altrimenti il pianto degli Ebrei sulle rive dell’Eufrate si risolve in un’accozzaglia di persone ammucchiate senza senso davanti ad un ragazzo nudo che si fa una doccia! L’unica idea incisiva che si attiene allo spirito del testo è la proiezione quasi continua di occhi sul fondo della scena o in un piccolo francobollo appeso in mezzo al palcoscenico, simbolo della presenza costante del Dio degli Ebrei.

Brillante ed elegante la direzione del maestro Michele Mariotti alla guida dell’Orchestra del Comunale. Le sue doti e la sua passione sono ormai note al pubblico felsineo che ne apprezza la duttilità e la giovanile fermezza. Le lettura che Mariotti riesce a dare della partitura è altamente fresca ed innovativa, riuscendo a far emergere una strumentazione troppo spesso dimenticata dalla crosta della tradizione e che invece viene restituita con grande respiro all’uditorio. Mariotti riesce a bilanciare e a sorreggere le voci e ad evitare gli eccessi ormai noti in quest’opera. Insuperabile la sua mano nell’esecuzione del Va pensiero.

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Ottima prova per il baritono bulgaro Vladimir Stoyanov nel ruolo del titolo. La voce morbida e sicura unite ad una buona presenza scenica rendono pienamente il personaggio nelle sue varie sfaccettature.

L’ucraino Dmitry Beloselskiy ha dato vita ad uno Zaccaria credibile e – nonostante l’impaccio del costume e delle scelte registiche – pienamente nella parte. La voce, pur presentando qualche incertezza, è solida e limpida e il fraseggio buono. Poco ieratico.

Voce grande, agile ed estesa quella di Anna Pirozzi in Abigaille. È riuscita a rappresentare in pieno il personaggio. Acuti possenti, ma a volte non facilmente controllati, hanno rimarcato le sue grandi capacità naturali ed il forte temperamento.

Il tenore spagnolo Sergio Escobar ha rivestito i panni di Ismaele. Prova sufficiente, ma il canto tende ad essere monocorde.

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Si evidenzia per la voce chiara e fresca Veronica Simeoni in Fenena.

Apprezzabile e dalla voce piena e pastosa il Gran Sacerdote di Belo, impersonato da Alessandro Guerzoni.

Grande prova per il Coro del Teatro Comunale preparato e diretto dal maestro Andrea Faidutti. Impeccabile in un’opera faticosa e per nulla aiutato dall’impostazione registica. Grande il loro Va pensiero, non per nulla bissato a furor di pubblico!

Un Teatro Comunale completamente esaurito, per un pubblico internazionale che ha saputo apprezzare il grande sforzo dei cantanti, con applausi a scena aperta, a volte anche troppo eccessivi, ma sentimentalmente partecipe di una grande opera verdiana. Freddo verso l’allestimento e la regia.

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Nabucco             Vladimir Stoyanov

Ismaele             Sergio Escobar

Zaccaria             Dmitry Beloselskiy

Abigaille             Anna Pirozzi

Fenena             Veronica Simeoni

Gran Sacerdote di Belo     Alessandro Guerzoni

Abdallo             Gianluca Floris

Anna      Elena Borin

 

Direttore                   Michele Mariotti

Regia           Yoshi Oida

Maestro del coro           Andrea Faidutti

Ripresa della regia e coreografia    Maria Cristina Madau

Scene           Thomas Schenk

Costumi                   Antoine Kruk

Luci                   Andrea Oliva

 

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna

 

 

Mirko Bertolini