Nabucco. Verdi. Verona

Nabucco1.Verdi.Verona
Libretto di Temistocle Solera

Festival del Centenario
91° Festival 2013
4  luglio 2013
Arena di Verona

Nell’anno bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, l’Arena di Verona festeggia il proprio centenario. Nel 1913, infatti, il grande anfiteatro romano edificato nel I secolo, divenne il più grande teatro lirico all’aperto del mondo. Il 1913, festeggiando il primo centenario della nascita e rappresentando Aida, si volle rendere omaggio al sommo compositore italiano, fatto che sì è ripetuto in questo bicentenario, tutto incentrato su Giuseppe Verdi. Il Nabucco è una delle più celebri opere di Giuseppe Verdi, non solo per la splendida musica, ma anche per il forte valore simbolico che l’opera ebbe nelle vicende legate all’Indipendenza d’Italia. La vicenda degli schiavi ebrei deportati in Babilonia è stato preso come spunto per dare un significato patriottico all’opera, tanto che il celeberrimo coro Va pensiero è diventato un simbolo dell’Italia liberata dalla dominazione austriaca. Nabucco è la terza opera di Giuseppe Verdi ed è quella che ne decretò il successo imperituro.

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Questo allestimento, che viene proposto quest’anno all’Arena di Verona risale agli novanta, firmato dallo storico regista veronese Gianfranco de Bosio. Si tratta di un classico nel vero senso della parola sia per stile che per significati proposti. Quando si pensa ad uno spettacolo all’Arena, non si può non associarlo alla grandiosità e alla bellezza e alla precisione del lavoro di de Bosio. Questo Nabucco fa apprezzare il concetto positivo di regia tradizionale, in cui nulla è messo a caso e in cui de Bosio muove le imponenti masse con uno straordinario impatto visivo. Gli stessi personaggi sono focalizzati in modo preciso ed autenticamente credibile. La stessa ambientazione, dovuta alle imponenti scene di Rinaldo Olivieri lasciano veramente lo spettatore ammirato. Degna di vera menzione è la città di Babilonia turrita, ispirata all’omonimo quadro di Bruegel. Ci è parso un Nabucco sempre attuale e che piace perché autentico, perché è come sarebbe piaciuto a Verdi, perché è un Nabucco adatto per l’Arena. Solo in uno spazio simile un allestimento di queste dimensioni e di questa portata ha il respiro dovuto. Forse molti teatri dovrebbero prendere spunto da questo e riproporre allestimenti veramente storici e indimenticati.
La direzione del maestro Julian Kovatchev non ci è sembrata però all’altezza del contesto, tenuto però conto che lo spazio dell’Arena, benché bello da un punto di vista scenografico, rappresenta uno scoglio molto arduo da un punto di vista musicale e vocale, essendo alla fine decisamente all’aperto. Kovatchev ha sostenuto ritmi non sempre adatti alla parte vocale, serrati e decisamente troppo veloci, dando l’idea di un distacco tra orchestra e cantanti. Però a suo merito il tentativo di evitare la tentazione bandistica è riuscito alla perfezione.

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Cast discreto, a cui va premessa la nota fatta per la direzione: le voci all’aperto non danno la stessa resa di un teatro e soprattutto spesso posso giungere distorte all’orecchio del pubblico.
Nella parte del titolo debuttava il grande Placido Domingo, ospite d’eccezione di questa edizione. Conosciuto e apprezzato mondialmente come tenore, in questi ultimi anni ha iniziato a proporsi nei ruoli baritonali. Il successo avuto in cinquant’anni di carriera è noto a tutti e non ha bisogno di presentazioni. La sua versatilità lo porta tranquillamente a cimentarsi in questo nuovo ruolo. Il risultato però è buono grazie alla sua lunga esperienza ed alla conoscenza perfetta delle sue capacità. In ogni caso Domingo ha affrontato la parte di Nabucco con grande dignità e decoro; la voce sembra non risentire degli anni e le capacità attoriali sono eccelse.

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Molto brava il soprano ucraino Tatiana Malnychenko in Abigaille. Bella voce chiara e dagli acuti puliti, energica e sempre in linea col personaggio.
Apprezzato il basso Vitaly Kovaliov, in Zaccaria, voce profonda e molto verdiana. Pienamente nel ruolo del personaggio.
Discreta la Fenena di Sanja Anastasia, il personaggio mette poco in risalto le capacità della cantante.
Lorenzo Decaro è stato un Ismaele non molto sicuro. Sicuramente con tempo e studio potrà dare risultati migliori.
Ricordiamo i comprimari: Francesco Palmieri, Carlo Bosi e Maria Letizia Grosselli.
Ottima prova del coro dell’Arena diretto dal maestro Armando Tasso. Nabucco è un’opera corale e mai come in quest’opera il coro assume un ruolo fondamentale: il nostro è riuscito a dare il meglio di sé, dimostrato soprattutto nei due cori: Immenso Jeovha e Va pensiero, quest’ultimo poi bissato a furor di popolo!

L’Arena presentava un tutto esaurito e come da tradizione un variegato pubblico internazionale, che ha molto apprezzato questa produzione.

Nabucco                               Plácido Domingo
Abigaille                              Tatiana Malnychenko
Zaccaria                                Vitaly Kovaliov
Fenena                                  Sanja Anastasia
Ismaele                                  Lorenzo Decaro
Gran Sacerdote di Belo           Francesco Palmieri
Abdallo                                   Carlo Bosi
Anna                                      Maria Letizia Grosselli

Direttore                                 Julian Kovatchev
Regia                                     Gianfranco de Bosio
Scene                                    Rinaldo Olivieri
Maestro del coro                     Armando Tasso

Orchestra e coro dell’Arena di Verona
Mirko Bertolini