Lorenzo Da Ponte, nel 1789, decise di utilizzare come sottotitolo per libretto di un suo pasticcio una metafora destinata a una certa fortuna, se il nostro vulcanico abate arrivò a mettere in scena, fino al 1830, ben quattro diverse versioni sempre aggiornate della sua Ape musicale, ormai eletta a titolo effettivo del centone.
Abbiamo fatto nostra la metafora dell’ape che si muove sul pentagramma come il simpatico insetto fra i prati, senza disdegnare, passando di fiore in fiore, di toccare anche campi contigui a quello strettamente musicale. Ma l’ape è anche altro: una simbolo dell’operosità e del lavoro, una creatura utile in quanto impollinatore, produttore di miele, cera, pappa reale… Così ci piace pensare di far crescere la nostra rivista gradualmente e seriamente, con un lavoro basato sulla rigorosa professionalità non meno che sulla passione; ci piace pensare all’obbiettivo di contribuire a far fiorire le idee e di dare un contributo costruttivo e stimolante. Con la dolcezza del miele, paragonata da Lucrezio a quella del canto poetico, anche la medicina – o la dottrina – più aspra diviene piacevole. Ma l’ape ha anche un pungiglione, sa colpire all’occorrenza; non gratuitamente, non aggressivamente, ma puntualmente quando lo ritiene giusto.
Questo il simbolo. I fatti si costruiranno man mano su questo sito, per il quale abbiamo tante idee e tante firme in serbo, ma preferiamo dimostrare passo dopo passo con concretezza che spenderci in roboanti annunci. Vedrete crescere il sito e la redazione, sempre tenendo fede ai nostri principi.
Piuttosto, chiudendo questo preludio alla nostra Ape musicale, preferisco riservare un pensiero all’esperienza nella quale mi sono formata professionalmente e che ho condiviso con alcuni amici e colleghi che partecipano anche a questa nuova avventura: Gli amici della musica diretto da Athos Tromboni, che quindici anni fa mi suggerì d’intraprendere questa attività e mi ha guidata nel mio apprendistato di giornalista. Firmo il primo editoriale dell’Ape musicale con questa dedica, che estendo a tutte le persone che in qualche modo mi hanno aiutata e formata, sia con un’ispirazione e un sostegno, sia soprattutto con critiche e discussioni.
di Roberta Pedrotti