Secondo cast delle Nozze di Figaro a Torino: L’inno alla recitazione!

Nozze di Figaro [1085] Korbey

Nonostante la cornice greve ed accademica un cast completamente diverso nei ruoli protagonistici risulta più fedele alla pura teatralità e alle infinite sfaccettature delle Nozze di Figaro a Torino.

Il Teatro Regio di Torino per tenere viva e soddisfare la grande attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori ha l’abitudine di mettere insieme, nel proseguo delle rappresentazioni di ogni sua produzione, compagnie alternative al primo cast degne del massimo interesse. Compagnie che, dato lo scrupolo in fase di “messa in opera” e l’ottimo successo conseguito, risulta quasi riduttivo definire secondarie.

Anche per le Nozze di Figaro in programma in questi giorni, il Regio ha pertanto seguito questa prassi, con un cast “ alternativo” che è sembrato nel complesso aderire in modo più ideale allo spirito mozartiano e dapontiano della “Folle Journée “e quindi risultare in questo modo addirittura più equilibrato ed omogeneo di quello ascoltato la sera precedente

L’ enorme ricchezza della partitura di Mozart per essere completamente esaltata necessità infatti di un’attenzione che va oltre la perfetta linea musicale, così da poterne evidenziarne le mille sfumature del testo, amplificato e approfondito genialmente dalla musica, in ogni sua singola parola. La compagnia sentita la seconda sera è sembrata, come detto, rispondere in modo più ideale a questo concetto, grazie ad una partecipazione ed un calore ricchi di inflessioni ed espressività che ha anche reso possibile un cambiamento evidente di tante piccole cose

Certo riascoltando l’esecuzione di Yutaka Sado ho sperato invano che qualcosa mi potesse essere sfuggito. Le sua Nozze però, se pur splendidamente dirette, ci mancherebbe, sono risultate purtroppo nuovamente monotone, soporifere e stagnati da un punto di vista teatrale. Cosi come anche la parte visiva, nell’affidarsi ad una elegante, ma inamidata e tradizionale mise-en-scene di Elena Barbalich ha mancato d’imprimere il sigillo di una personalità necessaria per trasmettere la necessaria tensione narrativa.

Eppure in una cornice si fatta, da caratteri così decisi di marmorea ieraticità ed asetticità, l’inclinazione naturale dei protagonisti ha portato questi stessi a non mortificare il loro brillante slancio teatrale e a non mettere in secondo piano i valori espressivi dell’ azione drammatica, così da far assumere allo spettacolo una strepitosa, quanto inaspettata comunicativa

Nozze di Figaro [1074] Sourbis Doronzio Loconsolo

Grazia Doronzio ha dato vita ad una Susanna piena di verve ed umanità, arguta, sinuosa, piccante e dolcissima: il tutto espresso da una vocalità piena, timbrata, morbida sia nel canto che nei recitativi. Un personaggio cosi spogliato dal carattere di subrettina e riportato nell’alveo dell’opera buffa italiana cui appartiene e dalla consistenza lirica.

Affiatato e suo complice sulla scena il Figaro di Guido Loconsolo, alle prese, come noto, con un personaggio che si presta più degli altri a diverse angolature interpretative. Sostenuto da un vulcanico talento espressivo, che riesce a vincerla anche su alcune sbavature vocali, il baritono milanese ha restituito in questo modo un Figaro dal taglio esuberante e simpatico, pieno di teatrale irruenza popolana – invece di essere come spesso capita di vedere a volte più nobile del Conte stesso – con una definizione del carattere centrata e completa. Si può fare lo stesso discorso proprio per il Conte interpretato da Dionisyos Sourbis, il quale ha modulato efficacemente con la sua voce baritonale tersa e vellutata tutte le insidie della sua parte, restituendo un nobile di Spagna – reale antagonista al suo servo rivoluzionario – veemente, insolente, arrogante, ma anche passionale e risoluto.

Accanto a lui, c’era la Contessa interpretata da Erika Grimaldi. Artista che proprio in questo teatro si sta provando in un vasto repertorio, alle prese qui con la trasparente lucentezza musicale mozartiana che disegna il personaggio, il soprano ha piegato il suo timbro scuro ed adeguatamente aggraziato per plasmare una donna che non si perde in metafisici concentrati d’eleganza, ma reale, di carne, sangue e sentimenti cosi schietti, da avvicinarsi quasi allo spirito dei personaggi nobili dell’opera buffa napoletana. Samantha Korbey cantante anche lei in crescita con diversi ruoli secondari in varie produzioni del Regio, ha esibito una tecnica vocale da rifinire, poggiando la sua interpretazione del paggio Cherubino sulla musicalità e su una candida immediatezza scenica.

Particolarmente riusciti  i momenti di assieme (soprattutto il grandioso finale secondo e il finale dell’opera) in cui è emerso al meglio il passo teatrale dei cantanti e vero amalgama dell’intera compagnia. L’ ampiezza e la solennità vocale del Bartolo di Fabrizio Beggi ha arricchito un cast composto nei ruoli minori dagli stessi interpreti della recita precedente ( Alexandra Zabala, Marcellina; Bruno Lazzaretti, Basilio; Luca Casalin, Curzio; Arianna Vendittelli, Barbarina ).

Pubblico divertito e conquistato con applausi scroscianti durante l’esecuzione e molta voglia di festeggiare tutti i protagonisti dopo delle Nozze così schiette e autentiche.

Adalberto Ruggeri