Su libretto di Gaetano Rossi
A cento anni dalla prima rappresentazione assoluta, il 6 febbraio 1813 al Teatro alla Fenice di Venezia, Tancredi fa il suo debutto sul palcoscenico del Teatro Ponchielli, in un nuovo allestimento dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo. Allestimento che ha scelto di mettere in scena la versione di Ferrara, cioè quella con il finale tragico, più attinente al testo di Voltaire da cui è stata tratta l’opera: ottima quindi la scelta di proporre il finale ferrarese di raro ascolto. Meno felice la scelta registica. Ormai è purtroppo assodato che la nuova generazione di registi, soprattutto italiani, in un modo quasi stereotipato, ambienti le opere in un indefinito periodo tra gli anni venti e gli anni cinquanta del novecento, al di fuori di ogni contestualizzazione dell’opera stessa; il risultato poi è sotto gli occhi di tutti. È ovviamente anche il caso di questo allestimento. Il giovane regista Francesco Frongia è soprattutto un video artista e un regista di opere teatrali, pertanto è da scusare il suo spettacolo che senz’altro rivela inesperienza nel settore lirico. Regia caduta nel banale e nello stereotipo siciliano più da avanspettacolo che si potesse fare, con pupi, lupare, coppole, luminarie da sagra paesana e amenità varie. In un’ ambientazione in piena epoca fascista, come si apprende da un Orbazzano trasformato in gerarca con tanto di fez e orbace, in cui la vicenda tragica narrata viene rappresentata con una leggerezza che male si fonde con il testo e con la musica. Il quasi ridicolo arriva con l’arresto di Amenaide da parte dei Carabinieri: sembrava una scena uscita dal Pinocchio! Anche gli stessi personaggi sono mal caratterizzati, mal si comprende quali siano le due fazioni contrapposte e perché contadini e borghesi nella visione di Frongia si trovino in lotta. Indubbiamente visivamente bella la scena del matrimonio in cui Amenaide e Argirio compaiono in costume tipico, peccato che si sia sbagliata regione e i bei costumi sono tipici della Sardegna, non della Sicilia! Risultato finale di scene e regia piuttosto insoddisfacente, anche da quello che è emerso dal parere del pubblico presente.
La direzione del maestro Francesco Ciluffo, alla guida dell’ Orchestra I Pomeriggi Musicali, è parsa adeguata. È riuscito a mantenere un equilibrio corretto tra canto e musica, senza eccessi, ma tendente al piatto e all’assenza di colore. Non scusabili alcuni tagli.
Il giovane cast proviene dai vincitori dello scorso concorso AsLiCo; Tancredi però è un’opera difficile, che presenta scogli vocali difficili da superare per voci alle prime armi. Il risultato infatti non è stato pienamente soddisfacente, anche se sono emerse belle voci, qualitativamente promettenti e già in grado di affrontare certi ruoli.
Il tenore turco Mert Süngü, nel ruolo di Argirio, denota una voce robusta, bel timbro e acuti sonori, però piuttosto approssimativo.
Il Tancredi di Teresa Iervolino è assolutamente credibile. Ottima voce di contralto, ottima coloritura rossiniana, vocalità rotonda ed emissione omogenea. Di grande effetto l’aria Di tanti palpiti, che avrebbe meritato di essere bissata. Pienamente nel ruolo, non si è lasciata sfuggire nessun tratto psicologico del personaggio. Senza dubbio la migliore della serata.
Sofia Mchedlishvili ha dato vita al personaggio di Amenaide. Soprano leggero dal bel timbro chiaro e da una grande proiezione del suono, è completamente fuori dal ruolo. Senza dubbio adatta a personaggi più brillanti, trasforma la tormentata protagonista in un personaggio decisamente poco credibile.
Raffaella Lupinacci in Isaura, ha dato una buona prova di sé nel personaggio. La bella voce tornita e il taglio drammatico, le agilità corrette ed efficaci, il timbro brunito, hanno contributo alla ottima riuscita.
Orbazzano era il basso Alessandro Spina, pienamente nel ruolo. Convincente anche dal punto di vista vocale, ha dato prova di possedere una gran bella voce espressiva.
Alessia Nadin nel ruolo en travesti di Roggiero si è rivelata brava e brillante, esprimendo il meglio di sé nell’aria Torni alfin ridente.
Prova positiva per il Coro del Circuito Lirico Lombardo preparato dal maestro Diego Maccagnola.
Teatro Ponchielli pieno, pubblico critico sulla regia ma benevolo e plaudente verso i cantanti, specialmente la Iervolino e la Mchedlishvili.
Tancredi Teresa Iervolino
Amenaide Sofia Mchedlishvili
Isaura Raffaella Lupinacci
Orbazzano Alessandro Spina
Roggiero Alessia Nadin
Direttore Francesco Cilluffo
Regia e scene Francesco Frongia
Maestro del coro Diego Maccagnola
Costumi Andrea Serafino
Light designer Nando Frigerio
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro del Circuito Lirico Lombardo
Nuovo allestimento
Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo
Mirko Bertolini