12 ottobre 2013
Melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi
Su libretto di Salvatore Cammarano
Il Teatro Municipale di Piacenza inaugura la sua stagione lirica rendendo un doveroso omaggio al maestro Giuseppe Verdi, proprio mentre il mondo intero ne festeggia il suo bicentenario. Piacenza ben a ragione si sente chiamata in questo lieto evento. Giuseppe Verdi è sì nato in territorio di Parma, ma al confine col territorio piacentino; inoltre la sua famiglia era proprio originaria del piacentino, appena al di là del torrente Arda, che divide i due territori. Si sa che l’Italia è fatta anche di questo, ma Piacenza – giustamente – rivendica e sostiene queste sue prerogative!
La città emiliana ha perciò allestito una delle più significative opere del primo periodo verdiano: Luisa Miller, tratta dal dramma Kabale und Liebe di Friedrich Schiller. L’opera nasce per cercare di restaurare i rapporti del Maestro con il Teatro San Carlo di Napoli, tesi dopo il forfeit della Battaglia di Legnano. La scelta cade sul dramma schilleriano, riadattato dall’abile Cammarano. Verdi scriverà questa musica viaggiando e vedrà finalmente il suo debutto a Napoli l’8 dicembre 1849. L’opera è generalmente considerata un anello di congiunzione fra le opere giovanili del compositore e il Rigoletto, con la quale il genio verdiano entra nella sua piena maturità espressiva. Luisa Miller è una tappa fondamentale nello sviluppo della drammaturgia del compositore che, abbandonati i drammi corali e i personaggi monumentali, si cimenta con un dramma più intimista e con connotazioni psicologiche nuove per Verdi.
L’allestimento di Piacenza, in collaborazione con i Teatri di Ravenna e Ferrara, è frutto del lavoro e della passione di Leo Nucci, il grande baritono verdiano, che è il mentore e l’ideatore dei Solisti del Corso di alto perfezionamento di Canto nel repertorio verdiano, da cui sono stati scelti i cantanti. Nucci, nonostante la gloriosa e lunga carriera canora, è al debutto con la regia, ma ha cercato di “realizzare la partitura nella quale tutto è strettamente legato alla musica, a cominciare dal testo del libretto, per non parlare dei gesti, dei movimenti dei solisti e del Coro o di quant’altro concorre all’azione”. Per Nucci, infatti, allestire un’opera non vuol dire “stravolgere il dettato del Compositore né tanto meno trovare qualche soluzione stravagante applicando alla partiture letture freudiane o complicazioni intellettualistiche. Si tratta di rappresentare il dramma curando con attenzione la coerenza di ogni gesto, coordinando i gesti stessi con il canto, dando pieno risalto alla drammaturgia musicale”. E chi può dargli torto?! Il risultato è stato eccellente, semplice e leggero, con scene composte da pannelli semoventi che rappresentano – a seconda degli ambienti – quadri che riprendono la grande tradizione pittorica, opera di Rinaldo Rinaldi e Maria Grazia Cervetti. Intensa ed efficace la regia, in cui nulla è lasciato al caso, mentre vengono delineati con cura e particolare accortezza i tratti psicologici e personali dei singoli personaggi. Ambientazione leggermente postdatata, non ha inficiato minimamente nel contesto del dramma, grazie anche ai costumi appropriati di Alberto Spiazzi e alle luci di Claudio Schmid. Nucci ha giustamente affermato che “Il teatro deve soprattutto emozionare” e riteniamo che il neo regista ci sia riuscito in pieno.
Il maestro Donato Renzetti, guida con ferma ed esperta mano l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, fondata nel 2004 dal maestro Muti. Renzetti è equilibrato e riesce a dare alla partitura una freschezza e una novità particolari. Riesce a tenere unita e compatta un’orchestra giovanile, ma consolidata, con tempi sostenuti, ma mai esagerati e riuscendo ad intricarsi nei meandri psicologici dei personaggi, traendo fuori ogni componente recondita.
I cantanti selezionati per questo debutto sono giovani e internazionali, preparati dal maestro Nucci, da lui hanno in comune una eccellente cura del fraseggio.
Nel ruolo del titolo Giulia Della Peruta, ha affrontato con disinvoltura la parte; bella la voce, sicura negli acuti, precisa e scenicamente nel ruolo.
Miller è il coreano Mansoo Kim, dal timbro baritonale maturo, morbido e pieno, eccellenti le sfumature scure. Sicuramente la voce migliore della serata. Di grande pathos Sacra la scelta è d’un consorte, giustamente a lungo applaudita, come pure la successiva Cabaletta Ah! fu giusto il mio sospetto!.
Il kazako Medet Chotabayev ha interpretato il ruolo di Rodolfo. Dopo un inizio un po’ sotto tono, è riuscito ad ottenere una prova buona, rendendo un personaggio credibile e sicuro, dovuta anche alla sua ottima estensione vocale, e alla correttezza del fraseggio e del canto; voce molto gradevole e pulita. Meritatamente applaudita l’Aria Quando le sere, al placido.
Il giovanissimo Cristian Saitta ha dato voce ad un ottimo Wurm. Bella voce baritonale importante e dal buon volume.
Il conte di Walter era Gianluca Lentini. Elegante, ma non riesce a definire il personaggio, forse perché la voce non ha il volume necessario; ne risulta un conte evanescente e non incisivo come dovrebbe.
La cinese Junhua Hao in Federica, pur apprezzabile per correttezza formale, ha denotato una voce non sempre omogenea e a volte piatta.
Brava e spigliata Renata Campanella in Laura. Bella voce.
Preciso e sempre impeccabile il coro del Teatro Municipale di Piacenza guidato dal maestro Corrado Casati.
Il Teatro Municipale giustamente pieno, ha accolto molto piacevolmente la messa in scena, tributando al maestro Nucci una vera ovazione. Apprezzata molto anche la direzione del maestro Renzetti. Applausi unanimi per il cast anche a scena aperta..
Il Conte di Walter Gianluca Lentini
Rodolfo Medet Chotabayev
Federica Junhua Hao
Wurm Cristian Saitta
Miller Mansoo Kim
Luisa Giulia Della Peruta
Laura Renata Campanella
Un contadino Bruno Nogara
Direttore Donato Renzetti
Messa in scena Leo Nucci
Regista collaboratore Salvo Piro
Scene Rinaldo Rinaldi e Maria Grazia Cervetti
Costumi Alberto Spiazzi
Disegno luci Claudio Schmid
Maestro del coro Corrado Casati
Orchestra giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Mirko Bertolini