Con la produzione del Teatro San Carlo di Napoli, firmata da Mario Martone del capolavoro mozartiano: “Le nozze di Figaro” si è inaugurata la nuova stagione del Teatro Sociale di Como e contemporaneamente ha preso il via il progetto OperaLombardia che coinvolge cinque capoluoghi della regione.
Nonostante passino gli anni la produzione che Mario Martone firmò per il teatro San Carlo di Napoli nel 2006, qui ripresa da Raffaele Di Florio, sembra non risentirne. Merito del regista è quello di aver realizzato un allestimento bellissimo che se anche si avvale di una scena fissa, realizzata da Sergio Tramonti, riesce a creare quella dinamicità e quei ritmi perfetti per il gioco delle parti voluto da Mozart e Da Ponte. Una vera regia all’Italiana che partendo dalle commedie di Goldoni arriva al teatro di Giorgio Strehler, molto apprezzata dal pubblico. Merito anche del gioco di luci realizzato da Pasquale Mari e dei costumi di Ursula Patzak.
Vivace e piena di ritmo anche la direzione di Stefano Montanari, che ha il merito di svecchiare musicalmente Mozart spingendo i vari personaggi a prodursi in variazioni nella ripresa delle arie e nelle cadenze. Ne risulta un’interpretazione originale che coinvolge tutti i giovani interpreti, quasi tutti al debutto nelle relative parti.
Domina la scena la Susanna di Lucrezia Drei, giovane soprano milanese, che caratterizza in modo perfetto il personaggio della serva bella e scaltra, tipico della commedia goldoniana, capace di tirare i fili della vicenda di giocare con naturalezza con tutti, pubblico compreso e che trova nella protagonista delle Nozze l’apice del genere. Ottima sia nei recitativi sia nelle parti cantate: di grande fascino e sensualità è il suo Deh vieni non tardar, cantato sul proscenio per sedurre il pubblico, oltre che l’amato Figaro che la regia vuole nascosto in platea, dietro il direttore d’orchestra, scatenando così un’autentica ovazione a conclusione dell’aria.
Accanto a lei il baritono Andrea Porta, cantante con una carriera ben avviata, da vita a Figaro, padrone della scena e coinvolgente, cogliendo l’aspetto sia vocale che scenico per la riuscita del personaggio con sicurezza e altrettanta simpatia.
Di pari livello la bellissima contessa di Federica Lombardi, soprano dotata di una voce elegante e morbida, perfetta per disegnare le malinconie della contessa, suadente la sua esecuzione di Dove sono i bei momenti, resa con la giusta tristezza e nobiltà che ha fatto scoppiare, pure in questo caso, il pubblico in un caloroso applauso.
Al suo fianco il baritono Vincenzo Nizzardo, dotato di voce dal bel timbro baritonale, elegante e dalla presenza imponente, ha reso il personaggio del Conte, con la arroganza e baldanza che si confà al ruolo, non esente da un erotismo e libidine mal controllati.
Cecilia Bernini è stata un ottimo Cherubino, sia per la fisicità adolescenziale che per la vocalità ideale per interpretare il ruolo del paggio.
Grande successo anche per Marigona Qerkezi, che è riuscita a caratterizzare in modo divertente il personaggio di Marcellina, grazie alla insospettabile verve comica e con un mezzo vocale di tutto rispetto. La riapertura dell’aria Il capro e la capretta al quarto atto, eseguita a dovere, le ha garantito un’altra fragorosa ovazione.
Accanto a lei sono stati ottimi anche Francesco Milanese un Bartolo giustamente trafficone e vendicativo, Matteo Macchioni un Basilio viscido al punto giusto e Giulia Bolcato una Barbarina di lusso.
Completavano il cast Carlo Checchi nei panni di Antonio cotto dal vino e Ugo Tarquini col balbuziente Don Curzio ed Anna Piroli ed Elena Caccamo nei ruoli delle due contadine.
Grandissimo successo per tutti ed applausi finali che non cessavano di smettere. Il titolo si replicherà in tutto i teatri coinvolti nel progetto OperaLombardia per complessive dieci repliche: chi può vi assista.
Cremona, Teatro Ponchielli: 16 e 18 ottobre
Brescia, Teatro Grande: 23 e 25 ottobre
Pavia, Teatro Fraschini: 29 e 31 ottobre
Bergamo, Teatro Donizetti: 6 e 8 novembre
Domenico Gatto
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