A Verona in Scana Norma con la regia di Hugo de Ana

Norma con la regia di Hugo de Ana. Photo: Ennevi
Norma con la regia di Hugo de Ana. Photo: Ennevi

Un’ambientazione neoclassica, dove l’atmosfera suggerita da proiezioni di opere di J. L.David  e A. Canova,  creava un suggestivo spazio delimitato, nelle sue basilari dinamiche, da due gigantesche colonne, mobili all’occorrenza, era ciò che proponeva il regista Hugo de Ana per questa ‘rinnovata’ ripresa di una sua passata produzione (2004) de  Norma di V. Bellini.

Costumi stile impero  per le signore e sfavillanti divise per gli ufficiali francesi, descrivevano un impianto certo sontuoso ed elegante ma che, con il periodo artistico scelto, condivideva anche una certa rigidità d’impostazione e contenuti. 

Anche la tragica fine dei due amanti, non bruciati sul rogo ma trafitti dalle lance (scelta iconografica peraltro già tradita in precedenza da una proiezione del “Il giuramento degli Orazi e Curiazi” di J. L. David) non contribuiva a smuovere la ‘piéce’ nè l’animo dello spettatore, al quale ben poco arrivava del significato del fantastico libretto di Felice Romani, così ben descritto e musicalmente cesellato dalla potente partitura belliniana. 

Tutto restava così immobile come in una gipsoteca; interessante, bello da vedere ma non di assoluto interesse artistico, se non per gli appassionati del settore. 

Purtroppo la medesima staticità riscontrata in scena si rifletteva nell’esecuzione musicale con esiti prevedibili, nonostante la coerenza del linguaggio dello spettacolo venisse ampiamente rispettata.

Il soprano Csilla Boross, impegnata nel ruolo del titolo, non difettava certo del giusto peso timbrico che una certa tradizione interpretativa affida a questo ruolo bensì di un giusto dominio del fiato che le impediva di dominarlo a dovere equilibrandone corpo ed espressività e, pur trovando sul piano lirico-interpretativo momenti di buona intensità, il personaggio stentava ad emergere con la dovuta completezza. 

Norma con la regia di Hugo de Ana. Photo: Ennevi
Norma con la regia di Hugo de Ana. Photo: Ennevi

Professionale e sobrio, il Pollione di Rubens Pellizzari mostrava una linea di canto pulita ed un’interessante timbrica, senza però convincere appieno in un ruolo che vocalmente non sembra essere nelle sue corde.

Sostanzialmente corretta Anna Maria Chiuri nel ruolo di Adalgisa che risolveva evidenziando una vocalità morbida dal bel colore unita ad un’attenta cura ad accento e fraseggio.

Assai interessante anche il robusto Oroveso tratteggiato dal basso Marko Mimica per  giusta sensibilità esecutiva e timbro morbido ed omogeneo. 

Completavano il cast Madina Karbeli (Clotilde) e Antonello Ceron (Flavio).

Il M° Francesco Ivan Ciampa, alla guida dell’Orchestra della Fondazione Arena, concertava con diligenza pur non riuscendo a liberarsi da una lettura della partitura dalla patina  sostanzialmente monocorde.

Bene si portava il Coro della Fondazione diretto dal M° Vito Lombardi.

Molte le scolaresche ed i giovani presenti alla recita, a testimonianza di una continuativa attenzione da parte dell’Ente nei riguardi di quella parte di pubblico che, curioso verso l’affascinante mondo teatrale come ogni giovane neofita, potrebbe far girare le sorti del teatro, riportandolo al contatto con quel territorio con il quale, nel corso degli anni aveva perso credibilità e carisma. 

 

Silvia Campana