Un nuovo allestimento innovativo del Barbiere di Siviglia è stato presentato al Teatro Filarmonico di Verona, ultima opera in cartellone prima della pausa estiva.
Lo spettacolo, ideato da Pier Francesco Maestrini, può essere definito un cartone animato interattivo. Il regista, con la collaborazione del disegnatore Joshua Held, presenta una lettura nuova, giovane molto originale dell’opera rossiniana. Maestrini trasforma l’allestimento in una sorta di divertente cartone animato. Le scene sono fatte da questo curioso e veramente divertente video in cui gli stessi cantanti compaiono o veri in palcoscenico o disegnati sulla scena. Una commistione tra reale e immaginario, tra cartone e opera vera e propria. Spesso tra cantanti e il filmato vi è interazione tale che non si capisce dove inizia l’uno e finisce l’altro. Il cartone animato di Joshua Held è divertente, il pubblico non può non ridere nelle esilaranti vicende rappresentate, non solo divertente ma anche ben disegnato. Gli stessi costumi onirici ma nello stesso tempo classici, danno l’idea che questo Barbiere sia una fiaba animata. Un Barbiere che scavalca indubbiamente ogni canone classico di regia, un Barbiere destinato ad un pubblico giovane ma che, dai risultati della prima, in un Teatro Filarmonico finalmente esaurito, è piaciuto anche ad un pubblico più maturo che si è divertito sonoramente alle divertenti gag ideate da regista e cartoonista. Non vi sono stravolgimenti del testo, tutto è svolto da Maestrini nel rigore della tradizione, ma l’innovazione sta nel leggere questa tradizione in una luce scenica nuova, che si confronta con le nuove tecnologie messe a disposizione del teatro secolare. Il risultato è agile e vincente, una sperimentazione ben riuscita, ma che deve rimanere una sperimentazione. Pur nell’originalità della situazione vi è una pecca su cui non si può transigere: la musica di Rossini! Purtroppo una regia simile rende la musica qualcosa di estraneo o di supporto al cartone animato. Il pubblico è troppo preso dalla visione delle gag del cartoon per poter concentrarsi su musica e parole; troppo spesso il pubblico ride e commenta divertito il cartone animato incurante della musica e delle arie; se da un lato ne risulta un prodotto largamente apprezzato dal pubblico dall’altro ne consegue che non sempre può essere adatto per un’opera lirica in cui si perde il filo del rapporto tra pubblico e musica. Ci siamo domandati durante lo spettacolo: se i cantanti avessero cantato una aria da un’altra opera, il pubblico se ne sarebbe accorto essendo tutto concentrato sulla visione del cartoon?
La parte musicale è stata affidata all’eclettico maestro Stefano Montanari alla guida dell’Orchestra dell’Arena. All’inizio Montanari viene coinvolto anche lui nel gioco di ruoli e di interazioni col cartoon, dando prova del suo spirito ironico e giocoso. La direzione di Montanari è vivace, precisa e valorizza i particolari. In alcuni momenti sembra eccedere ma sono solo attimi, la sua precisione filologica predomina anche in questo; la sua interpretazione dell’opera rossiniana è esaltata e sorretta da uno studio approfondito, da una vitalità e originalità unica, dovuta senza dubbio ad una competenza raffinata ed esperta.
Discreti i cantanti, che però hanno saputo dare il meglio in scena in un ruolo veramente comico e divertente, interagendo alla perfezione con il cartone animato.
Christian Senn si è cimentato nel ruolo di Figaro; il giovane baritono ha dato prova di essere pienamente nella parte e di possedere la spigliatezza necessaria per il Barbiere. Il colore della voce è gradevole e la voce precisa e intonata. Il Conte d’Almaviva è stato interpretato dal giovane Edgardo Rocha. Il tenore uruguaiano è ben intonato e possiede una voce leggera e morbida, vocalità sonora e acuti sicuri, senza dubbio però da maturare. Omar Montanari è un perfetto Don Bartolo. Abile scenicamente e vocalmente, è pienamente nel ruolo. Possiede un fraseggio ben preciso e una voce matura, calda e sicura. Convince Annalisa Stroppa in Rosina, sicura e determinata, presenta una voce scura e coinvolgente. Marco Vinco è un Don Basilio sotto tono, convince l’aria della calunnia ma non riesce ad entrare pienamente nel personaggio. Funzionali Salvatore Grigoli in Fiorello e Irene Favro in Berta.
Buona la prova del coro dell’Arena.
Mirko Bertolini