Oklahoma al Coccia di Novara

Oklahoma al Coccia di Novara
Oklahoma al Coccia di Novara

Ancora una volta la direzione del Coccia dice ‘largo ai giovani’ e da spazio ai talentuosi attori del Corso Triennale per Attori della STM – Scuola del Teatro Musicale, con un cast totale di 42 interpreti, insieme all’orchestra di 60 elementi dell’Associazione Spazi Musicali diretta dal M° Sandro Torriani. La regia è di Luca Savani, diplomato STM, le coreografie di Ilaria Suss e la direzione vocale di Andrea Ascari. Le scene saranno di Alessia Barban e Simona Venkova, allieve dell’Hdemia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia.

La storia è quella dell’amore tra il cowboy Curly McLain che durante un’asta benefica venderà tutto pur di accaparrarsi la preferenza dell’amata Laurey Williams; come nelle migliori scritture giunge a disturbare l’idillio  il minaccioso Jud Fry, contadino nella fattoria di Laurey e da qui un susseguirsi di vicende che porteranno alla tragica fine di quest’ultimo.

Musica, canzoni, parole e danza sono parte della trama e armoniosamente assemblate creano uno spettacolo a volte divertente ed a volte riflessivo.

Gradevole la regia del giovane Luca Savani che non lascia ‘vuoti di palcoscenico’ o inutili immobilità in un musical d’azione; movimento sorretto dalle azzeccate coreografie di Ilaria Suss che sanno ricreare l’atmosfera del saloon e del West che tutti immaginiamo, incastonate nelle scene essenziali, ma assolutamente efficaci e pertinenti di Alessia Barban e Simona Venkova.

Oklahoma al Coccia di Novara

La direzione della favolosa orchestra dell’Associazione Spazi musicali è affidata alla vivace bacchetta di Sandro Torriani: dal rullo di tamburi iniziali in un crescendo sonoro si sviluppa la narrazione musicale che mantiene l’equilibrio della vivacità e della brillantezza con l’attenzione alle atmosfere ed a quanto il pubblico eterogeneo si attende.

Le luci sono molto ben disegnate da Ivan Pastrovicchio il quale tende a sfumature di fondo con l’esaltazione vivida di alcuni particolari.

Per quanto riguarda gli interpreti posso credere che ce l’abbian messa tutta, esprimendomi quasi gergalmente ed il risultato complessivo è accattivante, sottolineato dalle espressioni di plauso continuo da parte del pubblico. Gli eclettici interpreti sono tutti giovani ed atletici ed  hanno dato buona prova nelle danze e parimenti nei dialoghi, mentre il canto forse non è sempre al top, ma in ogni caso piacevole.  Le diverse trovate di movimento hanno mantenuto vivace la platea affascinata da questa riedizione moderna, ma dal sapore ed elementi della tradizione dell’immaginario West.

La Musica vince sempre

Renzo Bellardone