LA Phil., nell’Hollywood Bowl. Dudamel

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Per la stagione della Los Angeles Philharmonic il dittico verista composto da Cavalleria rusticana e dai Pagliacci richiama oltre settemila persone nello spazio aperto dell’Hollywood Bowl.
L’atteso appuntamento estivo con l’opera della Los Angeles Philharmonic (LA Phil), all’aperto nell’Hollywood Bowl, ha radunato più di settemila persone, secondo la capienza del luogo, che hanno assistito, e partecipato, al celeberrimo dittico composto dai melodrammi di Mascagni e Leoncavallo. La recita ha avuto luogo in forma di concerto e coinvolgeva per lo più cantanti statunitensi.
L’impegno annuale con titoli operistici, come il recente ciclo Mozart- Da Ponte, oltre ad Aida, Carmen e altre, ha cominciato a dare i suoi frutti e l’orchestra mostra maggior disinvoltura, sonorità più duttili, e una sensibilità lontana dal rigido perfezionismo cui spesso aspirano le formazioni sinfoniche di questo paese. Questa orchestra ha rinnovato organico e fisionomia inserendo giovani e talentuosi strumentisti. Il risultato musicale è stato ampiamente soddisfacente.

Dudamel-LA.2Gustavo Dudamel, concertatore, è un discorso a parte e, conoscendolo fin dagli esordi, non possiamo non notare come ora latiti l’entusiasmo esplosivo che tanto lo distingueva quando prese le redini dell’orchestra californiana. Tutto si è come diluito, e oggi abbiamo un direttore misurato, che accompagna, che ricerca la precisione, ma che cade nella routine, asettico e povero di idee.
Sorge spontaneo il dubbio se sia realmente il prodigio che ci hanno fatto credere o se solo si è trattato di una bolla di sapone, di un fenomeno pubblicitario creato da un contesto che lo ha sempre appoggiato incondizionatamente.

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In entrambe le opere si è potuta ascoltare la voce robusta e corposa di Stuart Neill come Canio e Turiddu, al pari dell’inespressività e della freddezza di Christopher Maltman nei panni di Alfio e Tonio, voce più adatta per Mozart che per il verismo. Michelle DeYoung ha dato vista a un’appassionata e solida Santuzza e Nancy Maultsby non si può dire esser stata una riservata e misurata Mamma Lucia. Emergeva anche con il suo garbo scenico la Lola offerta dal mezzosoprano Tamara Mumford, che ha convinto interpretando il personaggio con calore e sonorità impressionanti. Nei PagliacciJulianna Di Giacomo ha reso un’apprezzabile Nedda, è una artista di voce generosa e gradevole, mentre l’attrice è assai contenuta. Francamente insignificanti Christopher Tiesi come Beppe e Lucas Mecheam come Silvio. Il Los Angeles Master Chorale ha fornito un contributo di buon livello.

Carlos Rosas T 

L´Ape musicale