A Salerno va in scena la Forza del destino diretta da Daniel Oren

A Salerno va in scena la Forza del destino diretta da Daniel Oren
A Salerno va in scena la Forza del destino diretta da Daniel Oren

Questa Forza del destino a Salerno è stata certamente una produzione di qualità, fedele sia musicalmente che drammaturgicamente alle intenzioni di Verdi e di Piave. Com’è noto, il musicista dopo Un Ballo in Maschera del 1859, era rimasto inattivo per due anni, addirittura adombrando un suo definitivo ritiro dall’attività. Le insistenti richieste del Teatro Imperiale di San Pietroburgo per avere una sua opera gli fecero cambiare idea: Verdi scrisse per i russi un lavoro di impianto completamente nuovo che passa dal registro lirico-drammatico a quello comico, che supera non solo la sua precedente produzione, ma anche tutta la tradizione operistica.

Notoriamente, l’opera ha una trama intricata che se non è messa in scena con efficacia, può rimanere incomprensibile per gli spettatori, anche se l’ouverture e molte delle arie e dei duetti sono tra i momenti migliori di Verdi. Questa produzione ha reso pienamente l’atmosfera dell’opera: la precisa direzione di Pier Francesco Maestrini ha ottenuto una interpretazione densa e profonda sia dai cantanti che dal coro, con l’aiuto delle scene e dei costumi di Alfredo Troisi. Il regista è stato molto bravo a inserire le storie private e le passioni dei tre personaggi principali in una visione storica più ampia.

I cantanti hanno offerto momenti di lirismo ispirato. Maria Pia Piscitelli ha reso una bellissima prestazione di Leonora. Con la sua voce bella ed espressiva, soprattutto nel registro acuto, ha fatto proprio il ruolo di Leonora, non solo con il suo canto stupendo e comunicativo, ma per il modo in cui ha portato grazia e sentimento profondo al personaggio. Ha proiettato la sua passione intensa con umanità. L e arie «Madre, pietosa Vergine» e «Pace, pace mio Dio» sono state interpretate con intensità.

Il tenore Walter Fraccaro come Don Alvaro ha mostrato una voce e una tecnica di primo rango, anche se in alcuni momenti sembrava forzare eccessivamente la linea vocale del personaggio. Ha cantato con pathos, ma il suo fraseggio tendeva a sgranarsi nel registro alto. Alcune cose sono state degne di nota, e la sua ottima recitazione è stata favorita da una regia che ha consentito al suo personaggio tormentato di venire fuori.

A Salerno va in scena la Forza del destino diretta da Daniel Oren
A Salerno va in scena la Forza del destino diretta da Daniel Oren

Simone Piazzola ha cantato con un suono meraviglioso, dipingendo un giovane e impulsivo Don Carlo, con un baritono saldo e pieno, salendo al registro acuto con generosa energia. Ha entusiasmato il pubblico con il suo fraseggio elegante, rivelando una grande aderenza al personaggio e recitando con autorevolezza. I duetti tra Alvaro e Carlo erano pieni di fuoco l’attenta regia ha reso in modo convincente lo scontro tra i due.

Simon Lim era il Padre Guardiano, con un timbro caldo e risonante e una presenza scenica compassionevole e severa.

Gezim Myshketa ha dato una divertente e caratterizzazione dell’irascibile Melitone, e la sua voce aveva molto carattere e uno stile energico.

Ekaterina Semenchuk come Preziosilla è stata molto apprezzata; ha cantato con colore caldo e con vivacità ed è stata in grado di far emergere la sua voce da contralto distintamente e in modo armonico nelle scene di massa in cui il suo ruolo si svolge.

Teatralmente efficace ed affidabile vocalmente sono stati Francesca Franci (Curra), Francesco Pittari (Trabuco) e Carlo Striuli (l’Alcalde).

Dal punto di vista musicale, la performance è stata eccellente. L’orchestra ha suonato con sicurezza sotto la direzione di Daniel Oren, che ha guidato con autorevolezza e duttilità, e ha compiuto un buon lavoro nel tenere insieme cantanti e orchestra, curando la precisione dei temi musicali e la qualità del fraseggio.

Il Coro del Teatro dell’Opera di Salerno, diretto da Tiziana Carlini, è stato capace di alternare momenti di esultanza ad altri di raccolta devozione, con la meticolosa regia che ha permesso loro di spaziare, nonostante le ridotte dimensioni del palcoscenico del teatro salernitano.

Domenico Gatto